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Clima, Clini: cosa non hanno deciso in Francia

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Scritto da Super User

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L’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini, intervistato da Tempi a firma Rodolfo Casadei, è scettico sull’accordo raggiunto in Francia. “L’accordo di Parigi rappresenta un successo dal punto di vista diplomatico, ma il merito dell’accordo consiste in una promessa senza l’indicazione dei mezzi per mantenerla. Si sono fissati degli obiettivi ambiziosi, ma non le regole e gli strumenti per raggiungerli” spiega Clini. Aggiunge l’ex ministro: “Il risultato più concreto è l’impegno da parte di tutti i paesi di presentare ogni cinque anni il loro piano nazionale indicante lo stato di attuazione della promessa di ridurre le emissioni, ma questo è veramente troppo poco, considerando che secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia per scongiurare l’aumento della temperatura globale di 1,5 gradi servirebbe che l’energia prodotta da idrocarburi scendesse dall’85% attuale al 50% nel giro di vent’anni”. Allora cosa bisognerebbe fare secondo Clini? “Il tavolo giusto sarebbe quello dell’Organizzazione mondiale del commercio. Se vogliamo decarbonizzare l’economia per contenere l’aumento della temperatura, dobbiamo stabilire regole comuni nell’ambito dell’economia globalizzata: introdurre una carbon tax sulle merci a livello planetario, azzerare le barriere tariffarie per facilitare l’acquisizione delle tecnologie energetiche a basse o nulle emissioni per i paesi in via di sviluppo e stabilire sanzioni di tipo commerciale per chi aggira la carbon tax”. 

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