A Cibus, Salone internazionale dell'alimentazione, un momento di approfondimento e sensibilizzazione sul tema dello spreco alimentare con il progetto lanciato a novembre 2016 LIFE-Food.Waste.StandUp. Il programma di filiera guidato da Federalimentare è riuscito a fare divulgazione attiva sulle tematiche del food waste a oltre 20.000 imprese alimentari italiane, coinvolgendo 5.000 punti vendita e più di 150.000 consumatori. A questo si aggiunge la formazione diretta a oltre 200 imprese e operatori della moderna distribuzione organizzata, a più di 50 addetti alle sezioni alimentari e circa 69 infopoint di UNC in tutta Italia.
LIFE-Food.Waste.StandUp ha inoltre aperto numerosi tavoli di lavoro sui temi dello spreco alimentare per settore e l'avvio di un roadshow destinato alle regioni italiane che ha coinvolto già quattro regioni: Veneto, Lombardia, Lazio e Emilia Romagna. Inoltre, i cittadini possono partecipare al progetto e aiutare i consumatori nella gestione delle scorte alimentari tramite l’app “Spesa Facile” e la presenza di un esperto online consultabile dai portali dei partner. «Il progetto presentato oggi rappresenta uno dei migliori esempi di economia circolare, cioè di efficienza nell'uso delle risorse, in questo caso ancora più importante perché parliamo di risorse alimentari – ha detto intervenendo in apertura l’eurodeputata Simona Bonafè – È fondamentale infatti che tutti i soggetti coinvolti, dalla produzione alla distribuzione, dai consumatori fino alle associazioni come il Banco alimentare, spingano nella stessa direzione per ridurre lo spreco alimentare a tutti i livelli. Dobbiamo evitare che il cibo diventi un rifiuto, non solo per motivi economici e ambientali, ma anche e soprattutto per motivi etici. Qualora poi questo non sia possibile, economia circolare significa riuscire a sfruttare i rifiuti organici come nuova risorsa e non come problema da gestire».
A proposito di rifiuti organici, i maggiori sprechi alimentari avvengono tra le mura domestiche. Si registra, infatti, una quantità di circa 85 chilogrammi di cibo pro capite che ogni anno finisce nella spazzatura. «Per questo è fondamentale sensibilizzare i consumatori verso corretti stili di vita e più consapevolezza sia nel fare la spesa che nel modo di conservare e cucinare gli alimenti – ha confermato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori – Non è soltanto una questione di sostenibilità ambientale, ne va della stessa economia familiare: spesso non ci si rende conto di quanto si potrebbe risparmiare con una spesa più razionale, senza farsi influenzare da mode e pubblicità». A sostenere la tesi c'è anche Andrea Giussani, presidente Fondazione Banco Alimentare Onlus: «Non è accettabile che il cibo che produciamo venga perso o sprecato prima che raggiunga le nostre tavole, soprattutto se consideriamo che oltre 4 milioni di persone, nel nostro Paese, non hanno di che nutrirsi a sufficienza – afferma – Per questo, da quasi 30 anni, ci impegniamo a prolungare la vita del cibo, riuscendo nel 2017 a distribuire oltre 91.000 tonnellate di alimenti con un evidente beneficio sociale per i destinatari e un vantaggio per l'ambiente attraverso la riduzione dei rifiuti».