Giustizia Quotidiana

Certificati penali alle Poste: il progetto Polis entra nel vivo

Scritto da vocealta

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha annunciato su Rete4, durante il programma Quarta Repubblica, l’arrivo dei certificati penali presso gli uffici postali. «Stiamo lavorando, e l’abbiamo già fatto, affinché, se un cittadino debba chiedere un certificato penale, invece di recarsi direttamente all’ufficio giudiziario, che magari sta a 50 chilometri di distanza, vada all’ufficio postale» ha affermato il ministro.

Tuttavia, questa novità non è inaspettata in quanto fa parte del progetto Polis, un’iniziativa siglata nel 2021 da Poste Italiane e dall’ex ministero dello Sviluppo economico, che mira a trasformare gli uffici postali dei piccoli Comuni con meno di 15.000 abitanti in centri multiservizi.

Il progetto, finanziato con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), prevede un investimento di 800 milioni di euro tra il 2022 e 2026, a cui Poste aggiungerà altri 300 milioni per arrivare alla cifra complessiva di 1,1 miliardi.

L’obiettivo di Polis è, infatti, quello di creare “case dei servizi di cittadinanza digitale”, uffici postali multi-funzione in cui saranno coinvolti 6.910 borghi piccoli o in aree remote. Il progetto, inoltre, prevede anche la creazione di 250 spazi di coworking e la formazione del personale.

I certificati penali non saranno l’unico servizio disponibile presso gli uffici postali. Grazie alla carta d’identità elettronica, sarà possibile richiedere anche il passaporto e i certificati di stato civile e anagrafici. Infatti, si potrà ricevere pratiche come l’esenzione del canone Rai, la visura di planimetrie catastali, l’emissione del codice fiscale, estratti conti fiscali e debitori, ma anche dichiarazioni relative al trasporto e smarrimento di armi, il rilascio della patente nautica o il duplicato di quella di guida.

Il progetto Polis è stato avviato lo scorso 6 aprile, frutto di una convenzione siglata dal Ministero della Giustizia, quello del Made in Italy e Poste, dando dunque inizio alla sua fase pilota. Gli abitanti degli 8 paesi coinvolti in questa fase – Chiusa (Bolzano), Candelo (Biella), Alberobello (Bari), Tolmezzo (Udine), Candiana (Padova), San Felice al Circeo (Latina), Collecchio (Parma) e Aragona (Agrigento) – potranno proporre ricorso per l’istituzione dell’amministratore di sostegno e inoltrare il rendiconto dello stato patrimoniale della persona sottoposta ad amministrazione di sostegno o a tutela.

«Con questa giustizia di prossimità il cittadino può accedere a tutti i servizi che una volta gli imponevano trasferimenti lunghi e costosi, senza muoversi dal proprio comune di residenza» conclude Nordio in un’intervista al Tg1.

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