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Caso Faranda, perchè è una scelta non opportuna

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Scritto da Super User

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La decisione del Comitato direttivo della Scuola superiore della magistratura di invitare al corso di formazione su «Giustizia riparativa e alternative al processo e alla pena» due ex membri delle BR tra i relatori sul tema «Incontro con la giustizia riparativa: testimonianze, riflessioni, confronto» è stata inopportuna. Ritengo quindi che la scelta di annullare il suddetto invito sia stata giusta e utile per superare le polemiche e per ridare forza ad un tema centrale come quello della giustizia riparativa.

Sono infatti convinto che uno Stato impegnato nel rafforzamento della cultura della legalità non possa oggi prescindere dai valori della giustizia riparativa, legati al superamento della logica del castigo e alla ricucitura della lacerazione prodotta dal crimine. La sede naturale di questo percorso – oltre al processo penale come luogo idoneo ad attuare un’effettiva assistenza a favore dei soggetti vulnerabili – deve però restare quella dei procedimenti di mediazione nei quali vittima e carnefice dialogano e partecipano attivamente per risolvere, con l’aiuto di un facilitatore, le questioni emerse dall’illecito. La Scuola superiore è sorta nell’ottica dell’indipendenza della formazione giudiziaria che trova fondamento negli atti del Consiglio d’Europa e nei principi dell’Unione Europea. Se la formazione dei magistrati deve ispirarsi alla multidisciplinarietà dell’insegnamento e non può restare indifferente di fronte ai mutamenti della società civile, è pur vero che essa deve svolgersi in condizioni di autonomia e secondo i criteri della didattica come disciplina pedagogica. Ritengo, pertanto, che nella sede deputata alla formazione dei magistrati italiani non si possa rischiare di incorrere in forme di revisionismo storico sul terrorismo che per anni ha afflitto il nostro Stato democratico.

Dobbiamo infatti evitare che la formazione del giudice nell’ottica della sua esclusiva soggezione allalegge vada a sovrapporsi a scelte culturali che sottovalutano le responsabilità di coloro che negli anni di piombo hanno attentato proprio ai nostri valori di legalità e giustizia.

 

di Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia (pubblicato su Il Tempo del 04-02-2016)

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