L’approvazione definitiva alla Camera
Con l’approvazione definitiva alla Camera dell’articolo 1 del ddl Nordio si è cancellato l’abuso d’ufficio ed è stato depotenziato il traffico di influenze. Con 170 voti favorevoli e 77 contrari, la norma ha superato l’esame parlamentare anche dopo essere passata al Senato. Si tratta di uno dei provvedimenti chiave dell’agenda del governo.
Le critiche delle opposizioni
Tuttavia, il cammino verso la proposta di legge è stato tutt’altro che lineare. L’opposizione ha cercato di far rivedere l’articolo 1 tramite un ricorso del deputato dem Federico Gianassi, il quale ha sostenuto che la cancellazione dell’abuso d’ufficio avrebbe lasciato pericolose sacche di impunità. Gianassi ha spiegato che l’abolizione del reato avrebbe reso irrilevante penalmente l’abuso di potere da parte del pubblico funzionario, permettendo vantaggi ingiusti a sé o ad altri e discriminazioni senza conseguenze legali.
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha sempre risposto a queste critiche affermando che il sistema dei reati contro l’amministrazione pubblica è già ben equipaggiato e non necessita di ulteriori modifiche. Tuttavia, è stato creato un nuovo reato denominato “indebita destinazione di denaro o di cose mobili” per affrontare le preoccupazioni sollevate. Secondo l’articolo 314-bis del codice penale, il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che destina impropriamente denaro o beni mobili, procurandosi un vantaggio ingiusto o arrecando danno, è punito con la reclusione.
Le reazioni e le preoccupazioni
Anche tra i favorevoli alla cancellazione dell’abuso d’ufficio, come il deputato di Azione Enrico Costa, vi sono state perplessità. Costa ha definito il cambiamento un modo per aggirare il rischio di infrazioni amministrative e salvare il “peculato per distrazione”.
Dall’opposizione, il dem Andrea Orlando ha chiesto perché il nuovo reato è stato introdotto, suggerendo che potrebbe essere una mossa per bilanciare l’abolizione dell’abuso d’ufficio o rispondere a pressioni europee. Inoltre, Orlando ha espresso preoccupazione per il fatto che l’ordinamento italiano, così modificato, manchi di punibilità per l’abuso di potere, pur conservando disposizioni severe per reati minori come i rave.
Nordio ha respinto tutte queste accuse, sostenendo che il peculato per distrazione è un’altra ipotesi rispetto all’abuso d’ufficio, poiché riguarda la destinazione impropria delle risorse già a disposizione. Ha affermato che il legislatore ha deciso di introdurre un nuovo reato per evitare vuoti normativi.
Anche il viceministro Francesco Paolo Sisto e la relatrice di FdI Carolina Varchi hanno confermato che il nuovo reato non ha nulla a che vedere con l’abuso d’ufficio, ma tali rassicurazioni non hanno convinto le opposizioni. Devis Dori di Avs ha definito il peculato per distrazione come una forma “soft” di abuso d’ufficio ed è convinto che l’introduzione di tale reato sia stata determinata da pressioni istituzionali.
Le critiche dell’ex procuratore antimafia
L’ex procuratore antimafia e deputato M5S Federico Cafiero de Raho ha criticato la decisione, affermando che la retorica che giustifica l’abolizione dell’abuso d’ufficio per superare la “paura della firma” è infondata. Secondo lui, i sindaci desiderano leggi che puniscano la cattiva amministrazione e l’abrogazione di questa norma priverebbe i cittadini della difesa contro l’abuso del potere.
Riassunto
La cancellazione dell’abuso d’ufficio e il depotenziamento del traffico di influenze, sanciti dall’approvazione dell’articolo 1 del ddl Nordio, hanno suscitato forti critiche dalle opposizioni. Nonostante il governo consideri questa riforma un successo, le preoccupazioni sulla mancanza di tutela contro l’abuso di potere rimangono.