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Blue Whale e cyberbullismo: a Roma convegno di “I Woman” con Manfuso, Sbrollini, Catizone

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Un folle 'gioco'. Una serie di prove della durata di 50 giorni fra atti di autolesionismo e visioni di film dell'orrore fino all'ultimo macabro atto. Il suicidio tramite il salto nel vuoto. 'Blue Whale' è il nuovo incubo che corre sul web e che, secondo i media russi, ha portato alla morte di circa 130 adolescenti. Il nome deriva dal comportamento delle balenottere azzurre che, apparentemente senza motivo, si spiaggiano e muoiono. Il fenomeno nascerebbe nel 2015 su VKontakte, il social network maggiormente utilizzato nel paese. A maggio in Russia è stato arrestato il 22enne Philipp Budelkin, considerato l'ideatore della 'Balena Blu'. Il ragazzo avrebbe parlato di "scarti biologici" da spingere al suicidio per "purificare la nostra società". Per contrastare questo fenomeno a Roma l'associazione 'I Woman' ha organizzato un incontro con alcuni esperti a partire dal dottor Stefano Callipo, psicologo e specialista di prevenzione del rischio suicidiario. "Che il fenomeno esista è indubbio – spiega – ora bisogna cercare di stabilire se le morti per suicidio di questi ragazzi possano essere riconducibili a questo. Quando se ne parla bisogna evitare i sensazionismi per non creare 'l'effetto Werther' ovvero il processo di emulazione che può avvenire in seguito alla notizia di un suicidio data dai mezzi di informazione". Un processo che, secondo Callipo, può interessare anche i deus ex machina "persone che coltivano la mitomania". L'importante, comunque, è non chiamare Blue Whale gioco "perché il suicidio nel mondo è una delle prime cause di morte per gli adolescenti". Il primo consiglio per i genitori è quello di "non dare in mano il cellulare ai bambini piccoli" perché "la prima prevenzione si fa in famiglia". "Bisogna capire le variazioni comportamentali dei ragazzi e fargli vivere una vita di dialogo ed emozioni", conclude. "Il tema del suicidio in età adolescenziale esiste e purtroppo è certificato dai dati – gli fa eco Sara Manfuso direttrice di 'I Woman' – è un tema che, anche dai mass media, deve essere affrontato con la giusta delicatezza ed il massimo dell'attenzione facendo sempre un'attenta verifica delle fonti". Il riferimento è ad un contestato servizio sull'argomento delle 'Iene'. A tal proposito, prosegue "il tema della prevenzione diventa decisivo ed anche i referenti scolastici devono essere preparati ad affrontarlo". Ha partecipato al convegno anche l'avvocato Andrea Catizone, esperta in diritti di famiglia e tutela dei minori, che ha affermato: "Considerata l'età già particolarmente delicata, la costruzione identitaria dei ragazzi è influenzata dai social. Spesso infatti gli adolescenti sono fragili, e per sopperire a questa fragilità bisogna ripensare al rapporto genitori-figli". La soluzione proposta dall'avvocato è "coinvolgere i giovani per contrastare questi fenomeni in maniera efficace". 
"Per contrastare fino in fondo questi fenomeni, bisogna lavorare assieme: istituzioni, politica, scuola, genitori, editori del mondo dei social e del web", il pensiero dell'onorevole Pd, Daniela Sbrollini. "La nuova legge contro il cyberbullismo è valida ed adatta a fare prevenzione per i più giovani attraverso le scuole con personale educativo delegato, bisogna investire fondi e risorse anche per questo nuovo fenomeno prima che sia troppo tardi".

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