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Aprile, mese della Pasqua cristiana ed ebraica, ma anche del Ridván celebrato dalla Comunità Bahai

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Aprile sarà un mese denso di appuntamenti religiosi, non solo per la celebrazione della Pasqua cristiana (21 aprile) e della Pasqua ebraica (Pesach, 19-27 aprile) ma anche del Ridván, principale festività della fede Bahá’í, una delle confessioni abramitiche monoteiste, insieme a Cristianesimo, Islam ed Ebraismo. Mentre le prime due feste sono note ai più, per capire il significato dell’ultima occorre fare qualche passo indietro, partendo dall’interpretazione etimologica di Ridván, termine arabo che significa “paradiso”, una parola ricca di accezioni che racchiude in sé contenuti di rilevanza storica e ontologica, ravvicinando concettualmente religioni anche molto lontane tra loro: dal greco “paràdeisos”, a sua volta dall'iranico “pairi-daeza”, vuol dire letteralmente “giardino”, “parco recintato”, quindi un luogo circoscritto e riservato all’unione tra gli uomini “giusti” e Dio.

Proprio sull’immagine sacra del giardino e dell’incontro divino si fonda la festa del Ridván (“Resvan” è il modo corretto di pronunciarlo), che commemora la rivelazione di Bahá'u'lláh, fondatore della fede Bahá’í, avvenuta il 22 aprile 1853 nel Giardino di Ridván. Qui, accompagnato dai figli `Abdu'l-Bahá, Mírzá Mihdí, Mírzá Muhammad `Alí e da pochi altri, Bahá'u'lláh palesò di essere “Colui che Dio renderà manifesto”, dando così compimento alla profezia del Báb, profeta del Bábismo.

Ogni anno, dal tramonto del 20 aprile al tramonto del 2 maggio, la Comunità Bahá’í celebra la sua festa più sacra ricordando la permanenza del fondatore nel Giardino di Ridván, nei dintorni di Bagdad, dove rimase per dodici giorni prima di intraprendere il viaggio di trasferimento a Costantinopoli, imposto dalle autorità ottomane a causa della sua crescente popolarità. Il primo, il nono e il dodicesimo giorno sono celebrati con particolare solennità, tanto da richiedere la totale astensione da ogni attività lavorativa e scolastica.

L’appuntamento, per la sua sacralità, è chiamato “la Festa più grande” dalla Comunità Bahai, che rappresenta la realtà religiosa geograficamente più diffusa al mondo dopo il Cristianesimo, con circa 8 milioni di credenti. Presente nel mondo in più di 200 nazioni, in Italia la comunità, nata agli inizi del ‘900, è diffusa in oltre 250 località, con circa 5.000 persone accumunate dai suoi insegnamenti. 

 

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