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Anglicani/ Bertone: continuità tra Benedetto XVI e Giovanni Paolo II

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Scritto da vocealta

cardinale_Tarcisio_BertoneC’é continuità tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI “nell’accoglienza in seno alla Chiesa Cattolica di ex pastori anglicani già sposati, consentendo loro di vivere nel matrimonio”. Lo afferma il segretario di Stato Tarcisio Bertone nel libro intervista “Un cuore grande. Omaggio a Giovanni Paolo II”. “Un’accoglienza – spiega il porporato – che continua ancora oggi e che la recente Costituzione apostolica estende a gruppi di persone e a parrocchie, pur mantenendo fermo il valore del celibato dei sacerdoti che viene riaffermato con forza, richiedendo che in futuro i preti sposati non diventino la norma in tali Ordinariati”. A tal proposito A voce alta vi propone l’articolo pubblicato dal giornale online La Bussola Quotidiana a firma Andrea Tornielli il 7 dicembre 2010: 

C’è voluto un anno esatto, ma ora i primi frutti si cominciano a vedere. Lo scorso 8 novembre, infatti, cinque vescovi anglicani hanno reso nota la loro decisione di entrare in comunione con la Chiesa cattolica secondo le modalità previste dalla Costituzione Anglicanorum coetibus, promulgata da Benedetto XVI proprio un anno fa. Domenica 19 settembre, incontrando i vescovi britannici nella cappella dell’Oscott College a Birmingham, il Papa aveva accennato alla Costituzione, definendola «un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti».

Qualche settimana dopo quell’auspicio è diventato realtà. I cinque presuli anglicani sono il vescovo di Ebbsfleet, Andrew Burnham; il vescovo di Richborough, Keith Newton (le cui diocesi sono suffraganee dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams); il vescovo di Fulham e ausiliare di Londra John Broadhurst, e i vescovi emeriti Edwin Barnes e David Silk, attualmente assistenti onorari dei vescovi di Winchester ed Exeter. Insieme a loro intendono entrare nella comunione con la Chiesa cattolica circa cinquecento fedeli.

Le motivazioni della loro decisione sono le stesse che negli ultimi anni hanno provocato tensioni e divisioni all’interno della comunione anglicana, mettendo sempre più a disagio l’ala più fedele alla tradizione: vale a dire le svolte «liberal» della comunità anglicana, l’ultima delle quali è la decisione di aprire alle donne l’accesso all’episcopato.

Il passaggio formale, con la costituzione di un nuovo Ordinariato anglo-cattolico avverrà all’inizio del 2011. I cinque vescovi anglicani, essendo tutti sposati, non potranno essere nuovamente consacrati vescovi nella Chiesa cattolica, saranno invece ordinati sacerdoti. Com’è noto, la Santa Sede ha dei dubbi sulla continuità della successione apostolica nella Chiesa anglicana e dunque sulla validità delle ordinazioni anglicane: per questo preti e vescovi che in passato si sono individualmente avvicinati al cattolicesimo, come ora coloro che costituiranno un ordinariato, devono essere nuovamente ordinati. Uno dei cinque ex vescovi anglicani dovrà svolgere la funzione di ordinario. E dunque, pur diventando soltanto prete cattolico e non vescovo, a motivo del suo matrimonio, svolgerà di fatto funzioni vescovili per quanto riguarda la giurisdizione: sarà cioè a tutti gli effetti a capo dell’ordinariato, farà parte della conferenza episcopale cattolica inglese, sarà l’autorità referente per la Santa Sede.

La novità più significativa sarà questa: per la prima volta entrerà a far parte di una conferenza episcopale di una Chiesa cattolica di rito latino un ordinario sposato. Com’è noto, il clero uxorato esiste già nella Chiesa cattolica, nelle comunità orientali in comunione con Roma. Nella Chiesa cattolica di rito latino esistono dei singoli casi di ex pastori o ex preti anglicani che sono approdati al cattolicesimo e sono stati ordinati sacerdoti pur non essendo celibi. Ora per la prima volta questo avverrà anche per un ordinario, un prete che pur non essendo vescovo, avrà alcuni dei poteri vescovili. Ciò non va considerato come una rinuncia della Chiesa alla legge del celibato, la cui validità anche di recente Benedetto XVI ha riaffermato e che sarà fatta valere anche per i futuri preti anglo-cattolici.

Molte altre comunità anglicane del mondo si stanno muovendo per creare ordinariati, come si legge in un documento del primate della TAC, la Traditional Anglican Communion, che annuncia la richiesta di istituirne uno in Australia. Nel documento, oltre a invitare alla preghiera per il Papa, il primate della TAC, John Hepworth, spiega che nuovi ordinariati nasceranno negli Stati Uniti, dove già 51 preti anglicani hanno chiesto di entrare nella piena comunione con la Chiesa cattolica. Su questa scia si muovono anche vescovi a Puerto Rico e nell’america centrale, tre vescovi anglicani canadesi (seguiti da 43 preti) e si segnalano richieste anche in Giappone.

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