Durante un evento elettorale che si è svolto a Pescare, al Museo Vittoria Colonna, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha dichiarato:«Firmo davanti a voi la Riforma dei reati Ecoambientali con cui costituisco il gruppo di lavoro, formato da grossissimi magistrati e grossi esperti ambientali per arrivare a due cose: il Daspo ambientale e l'applicazione della legge Falcone-Borsellino. Il primo perché chi ha inquinato deve andare via: non è degno di vivere in quel territorio. Chi inquina ha prodotto un tale disvalore sociale da toccare la vita delle persone e delle famiglie intaccando il bene primario: la terra. Per questo deve dare tutto il suo patrimonio, non solo l'illecito arricchimento, che diventa patrimonio dello Stato. Gli restituisco la parte che ha guadagnato senza illeciti, ma con tutto il rispetto chi ha inquinato se ne deve andare via in mutande». Il titolare del dicastero di via Cristoforo Colombo ha poi firmato il documento con cui s'impegna alla riforma dei reati ecoambientali. «Applico all'Ambiente anche l'inversione dell'onere della prova e cioè la legge Falcone-Borsellino che si applica solo per i reati di mafia», ha specificato Costa. E ancora, parlando di raccolta rifiuti, ha sottolineato: «Sono fermamente contro gli inceneritori. Volerli costruire è ideologia aggiungendo che «Non è economico. Questa non e' ideologia, ma economia verde, che è più conveniente di quell'altra economia. L'ho chiesto anche a Confindustria: sono rimasti tutti zitti. Non è ideologia essere contro i termovalorizzatori, ma l'esatto contrario». Infine sull’argomento trivelle ha ribadito il suo «no alle trivelle, le trivelle passano per la valutazione di impatto ambientale, e io non le firmo. Mi sfiduciano come ministro? Torno a fare il generale dei Carabinieri, lo dico con franchezza».