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La rassegna stampa di SPIN (17-09-2015)

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Scritto da vocealta

rassegnaOggi arriva in aula la Riforma del Senato. Prosegue lo scontro all’interno del Pd e cresce l’attesa per le decisioni del presidente Grasso. Il secondo tema del giorno è l’emergenza profughi con gli scontri in Ungheria. Da segnalare l’intervista del Corriere al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.

Riforma del Senato. Arriva oggi in Aula. Il Corriere intervista la ministra Boschi: «Andiamo avanti perché non abbiamo paura. Grasso? Aspettiamo la sua scelta. Non sono per nulla in ansia, non sono preoccupata per i numeri. L’aiuto di Verdini? Se chi l’ha votata la rivotasse la riforma avrebbe più valore. La sinistra da sola non basta».

Repubblica invece sente Gianni Cuperlo: «Un’intesa è possibile, non vogliamo la crisi. Tocca al macchinista evitare di deragliare. Non lavoriamo per avere posti in un Renzi bis ma una rottura indebolisce il partito e la stessa riforma».

Del delicato ruolo di Grasso scrive Stefano Folli in prima pagina su Repubblica. E anche Marcello Sorgi nel consueto Taccuino sulla Stampa.

Calderoli sul quotidiano diretto da Calabresi dice: «Ho offerto una mediazione ma adesso preparo gli effetti speciali. Il voto sul caso Kyenge non c’entra con il ritiro degli emendamenti. Vedrete che sorprese con il voto segreto».

Interessanti sul Sole i due articoli di Roberto D’Alimonte e Vincenzo Visco, il primo favorevole all’elezione indiretta dei senatori, il secondo a quella diretta.

Decisa l’apertura del Fatto quotidiano. Fotona di Renzi con un titolo: “Il Parlamento sono io. Renzi se ne frega di Grasso e delle opposizioni: nuovo Senato in aula oggi”. A fianco un appello di Sandra Bonsanti rivolto a Mattarella: «Presidente, fermi lo scempio»: “Presidente Mattarella, ti chiedo di non consentire lo scempio della Costituzione a colpi di forzature e minacce al Parlamento”.

Per il Foglio “Renzi va in Aula e scopre che la vera fragilità del governo ora si chiama Ncd”.

Economia. Il Corriere intervista il governatore di Bankitalia Ignazio Visco: «L’Italia ha reagito alla crisi, ora investire sulla conoscenza. Le riforme che servono sono note, vanno attuate nei tempi previsti. Una giustizia civile che funzioni e una burocrazia efficiente. Va creato un ambiente favorevole alle imprese e quelle che dipendono troppo dal credito bancario vanno ripatrimonializzate».

Interessante su Repubblica l’intervista al presidente della Bundesbank Jens Weidmann: «Caro Draghi, la politica espansiva sta indebolendo la spinta riformista. La Bce non dovrebbe farsi influenzare dal saliscendi dei singoli indicatori congiunturali. Anche la Germania si troverà ad affrontare sfide notevoli».

“Il giorno della Fed” è il titolo dell’articolo di Federico Fubini sul Corriere: “L’ultimo aumento dei tassi d’interesse deciso negli Stati Uniti risale al 2006. Adesso o a dicembre la decisione».

Tutti i quotidiani riportano le dichiarazioni del ministro Padoan alla Camera: “via la Tasi anche per gli inquilini per evitare disparità di trattamento tra contribuenti. Nessun intervento strutturale sulle pensioni, si valuta una nuova salvaguardia per gli esodati. Mezzogiorno, impegno ad un utilizzo efficace dei fondi Ue ma anche nuovi incentivi per chi investe”.

Editoriale di Enrico Marro sul Corriere: “La dura realtà del deficit italiano, come tagliare le tasse”.

Su Repubblica spazio al contratto Fca chiuso negli Stati Uniti da Marchionne: “accordo con il sindacato Uaw azionista forte di General motors ma l’ad Barra continua a negare l’ipotesi fusione”.

Di Marchionne si occupa anche il Foglio: “Lezioni per l’Italia dal tandem (americano) tra Marchionne e operai: l’accordo Chrysler-Uaw su contratti e salari. Pragmatismo e flessibilità del 2009 ora ripagano, altro che lagne apocalittiche”.

Il Giornale intervista Alberto Bombassei: «Brembo assume e investe in Italia. Per il dopo Squinzi serve un cambio generazionale, serve un giovane con un approccio veramente innovativo, come in politica».

Lettera di Francesco Giavazzi al Fatto in risposta all’articolo di Alberto Bagnai: “Difendo l’austerità, non le tasse”.

Emergenza profughi. Su tutte le prime pagine la situazione in Ungheria, con getti d’acqua, gas e spray urticanti per respingere i profughi alla frontiera con la Serbia. Almeno trecento i feriti. Il presidente Mattarella chiede una gestione complessiva da parte dell’Unione europea.

Sul Sole da leggere l’analisi di Alberto Negri: “Assad e le colpe sui migranti, l’effetto Isis”: «In tutti i grandi drammi e alla vigilia di tragedie forse anche maggiori, circola sempre una buona dose di propaganda».

Sempre di Assad scrive Maurizio Molinari. “La sfida di Assad all’Europa: «Il caos migranti è colpa vostra»”.

Fausto Biloslavo sul Giornale: “Adesso l’Italia si prende anche i profughi che Malta non vuole”.

Sul Foglio Claudio Cerasa intervista Giuliano Amato: “Si chiama nazismo, non terrorismo. Contro il fondamentalismo islamico, in Siria, i droni non bastano più. L’Occidente dev’essere sincero e chiamare le cose con il loro nome”.

Sulla Stampa Guido Ruotolo si sofferma sul processo di identificazione che in Italia è troppo lento.

Interni. Da segnalare l’intervista sul Corriere a Rosy Bindi: «Napoli? Sulle mie frasi c’è ipocrisia, senza legalità la ripresa è drogata». E difende Renzi sul viaggio a New York per la finale Pennetta-Vinci.

Sia il Corriere che Repubblica Roma intervistano Alfonso Sabella, il pm Antimafia da dicembre assessore alla Legalità in Campidoglio: «Purtroppo la fotografia scattata da Cantone è reale. Però si tratta di una foto del passato, Roma sta cambiando, con Marino c’è l’inversione di tendenza».

Esteri. Sul Corriere, Papa Francesco demolisce i luoghi comuni: “La donna tentatrice? È offensivo. C’è spazio per una teologia diversa”. Riflessione di Gian Guido Vecchi sulle parole del Papa a San Pietro.

Adriano Sofri su Repubblica: “Così l’Is avanza in Iraq, la verità dietro ai rapporti manipolati dai servizi. Notizie edulcorate per placare l’opinione pubblica mentre l’esercito sul campo è impreparato”.

Il Giornale intervista monsignor Audo, il vescovo di Aleppo: «Fateci restare in Siria, la Turchia aiuta l’Isis».

 

 

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