Salute

Aris Lazio aderisce a manifestazione UAP: “Sospendere Decreto Concorrenza”

Scritto da vocealta

“L’Aris, associazione che rappresenta in tutta Italia le strutture di matrice religiosa, ritiene fondamentale che da parte del governo Nazionale, della Conferenza Stato Regioni e delle Regioni tutte, ci sia un impegno attivo nella risoluzione di alcuni punti critici che interessano il comparto Sanità. A tal proposito chiediamo l’immediata sospensione del Decreto Concorrenza e la revisione della struttura del Decreto sulle tariffe della Specialistica Ambulatoriale per poi essere ricondivisa con le Associazioni di categoria”. E’ quanto dichiara il Presidente di Aris Lazio, Michele Bellomo, a margine della manifestazione promossa presso il teatro Brancaccio a Roma dall’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori (UAP).

I numeri di Aris nel Lazio

Nel Lazio, Aris annovera tra i suoi Associati tutte le tipologie assistenziali: Policlinici Universitari (Gemelli, Campus Biomedico), IRCCS (IDI, Santa Lucia, Fondazione Betti), Ospedali Classificati (Fate Bene Fratelli, Fate Bene Fratelli Isola, San Carlo, tra gli altri), Case di Cura, Centri di Riabilitazione, RSA e strutture Territoriali.

Le richieste di Aris Lazio

Per quanto riguarda il Decreto Concorrenza, Bellomo spiega che “contrariamente a quanto prevede la normativa Europea, lo Stato italiano ha previsto che le strutture Sanitarie Accreditate siano soggette al Decreto Concorrenza al pari di altre categorie (Taxi, Balneari). L’opinione pubblica non è ancora bene informata su questa normativa che riteniamo completamente ingiusta e non conforme a quanto prevede la Direttiva Europea che esclude esplicitamente le Strutture Sanitarie dalla “Concorrenza”. Pertanto, chiediamo l’immediata sospensione della normativa”.

“E’ attualmente rinviata l’applicazione del Decreto sulle tariffe della Specialistica Ambulatoriale – aggiunge il presidente di Aris Lazio, ma a breve dovrebbe essere riemanato. Chiediamo che venga rivisto nella sua struttura e possibilmente ridiscusso con le Associazioni. Mi domando: come è possibile che una prestazione sanitaria dopo 12 anni venga rimborsata anche il 50% in meno rispetto al 2012? Forse è meglio fermarsi un attimo e riflettere”.

“Infine – conclude Bellomo – ricordo che il 95% dei nostri Associati rappresenta strutture senza fine di lucro. Nel Lazio, a causa del piano di rientro, ci ritroviamo con tariffe vecchie di oltre 12 anni, per non parlare di alcuni DRGS che rispetto ad altre regioni sono notevolmente inferiori. A parità di prestazioni eseguite, una nostra struttura costa al SSN il 40% in meno (se non di più) di una struttura pubblica di stessa tipologia! Questo lo dico non per incolpare in alcun modo il pubblico assolutamente, ma solo per far capire che da molti anni ormai lavoriamo in situazione di grandissimo disagio economico”.

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