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Prime pagine

Juncker a un passo dall’addio: governi troppo timidi sull’Europa

Debito pubblico, più tempo all’Italia per la manovrina

Trump, cresce la fronda fra i repubblicani

Pd, il divorzio tra sinistra e Renzi

Fondo pensione batte Tfr 4 a 2

Nelle carceri torna il rischio affollamento

 

Politica

I principali giornali italiani danno ormai per certa la scissione nel Partito democratico, dopo l’assemblea di ieri. Per la Stampa oggi è “il giorno degli addii”, per il Corriere della Sera è “divorzio tra sinistra e Renzi”. Repubblica: “Bersani con D’Alema, via dal Pd. Subito gruppo autonomo in Parlamento insieme agli ex Sel: si chiamerà Nuova sinistra. Emiliano resta in bilico. Renzi si dimette: primarie il 7 maggio, in campo Orlando. Non è servito l’appello di Veltroni: «Si torna al passato»”.

Sul Corriere della Sera, il racconto della giornata di ieri di Gian Antonio Stella: “Dal «rispetto» al «game over». Renzi non apre, loro chiudono. L’odio freddo tra i dem nell’assemblea della scissione. Il leader: in questi mesi il Pd ha perso occasioni e bestemmiato il suo tempo. Epifani lo attacca. L’appello all’unità di Veltroni: no a questo demone. Poi in serata la nota di Emiliano, Rossi e Speranza: Matteo l’hai voluto tu”.

Ancora in dubbio il futuro di Michele Emiliano. Su Repubblica il governatore della Puglia a colloquio con Tommaso Ciriaco: “Il dilemma di Emiliano: «Tengo le mani libere, un segnale e resto». Il governatore: «So che per noi c’è un’autostrada. Però la mia non sarà mai la scissione di D’Alema». E’ già scissione tra gli scissionisti?

Interessante l’intervento di Paolo Bracalini sul Giornale, che fa il punto sui possibili risvolti della rottura sulla stabilità dei governi locali: “Dalla Toscana alla Puglia, cosa rischiano i governatori. Rossi è in minoranza tra i consiglieri renziani. Blindati Emiliano e anche De Luca”.

Lettura controcorrente di Antonello Caporale sul Fatto Quotidiano: “Matteo ha vinto: ora nel partito è (finalmente) solo. L’ex mister 40 per cento vince giocando da solo”.

Si è concluso ieri il congresso fondativo di Sinistra Italiana, con l’elezione a segretario di Nicola Fratoianni. Il deputato Alfredo D’Attorre aveva presentato una mozione, bocciata, per la sospensione del congresso in attesa di vedere cosa accadrà in casa Pd. La Stampa riporta proprio le parole di D’Attorre: «Non voglio chiudermi in una ridotta e fare la minoranza».

Intanto Gianni Alemanno è stato eletto segretario del Movimento nazionale per la sovranità, la nuova creatura nata dalla fusione tra La Destra di Storace e Alleanza Nazionale. Ne parla Antonio Rapisarda sul Tempo.

 

Economia

L’Unione europea darà più tempo all’Italia per varare la manovra correttiva da 3,4 miliardi di euro. E’ quanto scrive Alessandro Cardini sul Messaggero: “Mercoledì il rapporto della Commissione, ma non scatterà la procedura: Bruxelles attende aprile per vedere la manovra”.

A 10 anni dalla riforma, i fondi pensione battono il Tfr 4 a 2. Lo scrive Marco lo Conte sul Sole 24 Ore: “Nel 2007 quasi l’80% dei lavoratori dipendenti ha detto no alla previdenza complementare per non lasciare il caro vecchio Tfr. Ma la maggioranza ha scelto la scelta meno efficiente: i versamenti alle gestioni di categoria hanno reso in media il 44% in più”.

Andrea Greco su Repubblica Affari & Finanza: “Lo Stato torna padrone in Borsa, la ritirata dell’industria privata. Gli imprenditori, che rappresentavano il 49% del listino nel 1990, sono crollati al 31,1%. Il Tesoro, invece, che nel ’98 con le privatizzazioni era sceso al 15,5%, con la crisi degli ultimi anni è risalito al 30,4%”.

 

Giustizia

Su Repubblica, Liana Milella cerca di santificare di nuovo Raffale Cantone, presidente dell’Anticorruzione, in un’intervista: “Cantone: vigilo sul terremoto. Dopo il ‘rodaggio’ con Expo, Giubileo, Mose, Metro C, per il magistrato napoletano a capo del nucleo per la trasparenza una prova cruciale: 20 miliardi di commesse che faranno sicuramente gola alla criminalità organizzata”.

Torna il rischio affollamento nelle carceri, come scrivono Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei in un’ottima inchiesta sul Sole 24 Ore: “Per la prima volta dopo cinque anni aumentano i detenuti, con presenze in crescita del 6,2%. Nel 2016 è salito il numero degli ingressi dalla libertà e si sono esauriti i benefici della liberazione anticipata speciale”.

 

Esteri

Repubblica riporta in prima pagina voci su una svolta in sede europea che, se confermata, avrebbe dell’incredibile: il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker sarebbe pronto a dimettersi. Alberto D’Argenio: “Contrariato dalla scarsa ambizione dei governi sull’Unione, potrebbe lasciare a marzo. Katainen in pole per la successione”.

Anna Guaita sul Messaggero: “Repubblicani all’attacco, fronda interna per Trump. L’affondo del senatore McCain: «E’ così che hanno cominciato tutti i dittatori»”. Intanto il presidente, per giustificare il bando anti-migranti, cita in un comizio un attentato in Svezia mai avvenuto, ricevendo le critiche ironiche delle opposizioni.

Ma il presidente americano torna alla carica, come scrive Giorgio Morelli sul Giornale: «Pronto il nuovo bando contro gli immigrati». Il tycoon vuole zone franche in Siria per gli esuli «pagate dagli arabi che hanno i soldi».

A Mosul scatta l’offensiva finale delle forze irachene per riconquistare l’area occidentale in mano all’Isis. Lorenzo Cremonesi sul Corsera: “La battaglia finale per strappare Mosul all’Isis: nella città vecchia civili in trappola”.

Sulla Stampa, reportage di Niccolò Zancan da Atene: “Nella Grecia ostaggio della crisi, fra ospedali al collasso e miseria. Malgrado i due salvataggi della Ue, il Paese ristagna: stipendi da fame, carenza di liquidità e disoccupazione. Il premier Tsipras: «Basta sacrifici»”.

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