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Prime pagine

 

Immigrazione, rivolta contro Trump

 

Francia, la scelta dei socialisti: Hamon in corsa per l’Eliseo

 

Nouy (Bce): «Per le banche italiane molto da fare»

 

Scontro nel Pd, si evoca la scissione

 

Grasso: «Mafia braccio di altri interessi»

 

Piazza Affari, maxi-rinnovo dei vertici con quote rosa

 

 

 

Esteri

Dilagano le proteste in piazza, negli aeroporti e davanti alla Casa Bianca contro il bando del neopresidente Donald Trump che sospende l’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di sette Paesi musulmani. Anche i giudici si muovono: i procuratori generali di 15 Stati e della capitale hanno emesso una dichiarazione congiunta con cui condannano come incostituzionale l’ordine di Trump. Anna Lombardi su Repubblica: “I giudici contro Trump. I procuratori di 15 Stati fermano le espulsioni: la misura è incostituzionale. Manifestazioni in molte città, ‘assedio’ alla Casa Bianca. E Donald rincara: non farò come la Ue”.

 

Nel frattempo ieri sera, dopo le critiche dei leader europei (Gentiloni, Merkel, May, Hollande), Trump ha fatto una parziale retromarcia: «Il mio non è un bando contro i musulmani. La questione non è la religione, ma il terrorismo e la lotta per la sicurezza del Paese. Torneremo a rilasciare i visti una volta che avremo rivisto e completato le politiche più sicure nei prossimi 90 giorni». Ne scrive Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera.

 

Giampiero Gramaglia sul Fatto Quotidiano sottolinea che “Trump esclude solo gli arabi con cui non fa affari”: “C’è che constata che le misure non riguardano i Paesi islamici dove Trump fa affari (o da dove sono venuti fondi in campagna elettorale), come Arabia Saudita, Egitto, Turchia, e colpiscono invece quelli dove non ha interessi”

 

Benoit Hamon ha sconfitto, con un distacco di oltre 15 punti (59% a 41%), l’ex premier Manuel Valls nelle primarie francesi della sinistra. Il candidato del reddito di cittadinanza, il socialista utopista che dal 2014 ha capeggiato la fronda interna contro il governo «social-liberale» di Francois Hollande, è il nuovo volto della gauche francese. Paolo Levi sulla Stampa.

 

Sul Corsera intervista esclusiva di Stefano Montefiori proprio ad Hamon: «Basta con l’Europa dei contabili, mettiamo in comune il debito. Sui problemi ecologici e sociali va ricostruita un’alleanza da Varoufakis in Grecia a Pablo Iglesias in Spagna a dirigenti della socialdemocrazia classica come Martin Schulz in Germania».

 

Intanto, come scrive Leonardo Martinelli sulla Stampa, il candidato della destra francese, Francois Fillon, resiste al “Penelope gate”: “Il centrodestra non lo abbandona. Il leader alla kermesse dei sostenitori: «Con l’inchiesta della Procura su mia moglie vogliono fare a pezzi me»”.

 

Politica

Sembra mettersi male il cammino della riforma della legge elettorale. Il retroscena di Tommaso Ciriaco su Repubblica: “Legge elettorale, si scommette sul fallimento della trattativa: «E Gentiloni non andrà oltre». I renziani hanno fretta di tornare alle urne, l’ipotesi del passo indietro del premier quando sarà ufficiale lo stallo sulla riforma dell’Italicum”.

 

Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, invoca il congresso nel Pd ed è scontro. Il caso raccontato da Diodato Pirone sul Messaggero: “Il governatore: «Congresso anche a colpi di carte bollate. Matteo dice no? Fa la scissione. Pronto per la segreteria». L’ira dei renziani, Guerini: «Statuto chiaro, va rispettato, assise a fine anno»”.

 

Sul Corsera intervista di Fiorenza Sarzanini al ministro degli Esteri Angelino Alfano: «Quest’Europa non può dare lezioni agli Stati Uniti. L’Europa non può immaginare di mostrarsi incapace di gestire la vicenda migratoria e al contempo dare giudizi sugli altri. Sui conti non accetteremo mai dalla Ue un’imposizione che deprima la crescita».

 

Sul Tempo intervista di Antonio Rapisarda a Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia: «Forza Italia è autonoma, non prenda ordini dalla Lega. Le nostre strade sono parallele ma divise. Toti con Salvini? Non lo capisco. Elezioni subito? No grazie, significa andare ad aiutare Renzi nascondendo i suoi disastri».

 

La consueta raffica di interviste del lunedì prosegue con Gianni Cuperlo, a colloquio con Giovanna Casadio su Repubblica: «D’Alema sbaglia, ma se siamo esplosi è colpa di un leader che non sa unire. Senza sinistra destinati a un’altra sconfitta. Le liste blindate? Il tempo del podestà è finito».

 

Da segnalare sulla Stampa l’intervista di Mattia Feltri a Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci: «Il Pd è un partito al capolinea, colpa di Renzi. Ma il fallimento è anche di Bersani e D’Alema. Il segretario non ha capito il mondo nuovo, la vecchia dirigenza ex Pci viene da una sconfitta elettorale e politica. Tra Massimo e Matteo è gara fra bugiardi».

 

Berlusconi agli alleati: «No a inciuci con il Pd». Ma frena sul voto subito. La linea del Cavaliere: «Il centrodestra vincente non si basa sulle paure». Francesco Cramer sul Giornale.

 

Economia

Da Bruxelles proseguono i richiami sui conti. L’avvertimento: l’Italia sta giocando con il fuoco. Le tensioni tra il Tesoro e Palazzo Chigi sulle richieste della Commissione, riportate da Marco Galluzzo sul Corsera.

 

Sulla trattativa tra Roma e Bruxelles sui conti pubblici, da segnalare l’approfondimento del Messaggero: “Stretta sull’evasione dell’Iva e nuovi tagli alla spesa. In vista della scadenza di mercoledì, quando bisognerà inviare la risposta alla lettera della Commissione Ue sui conti pubblici italiani, il governo cerca di mettere a punto una manovra bis il più indolore possibile”.

 

Su Repubblica intervista di Tonia Mastrobuoni a Danièle Nouy, la presidente della sorveglianza della Bce a Francoforte: «Banche italiane, c’è ancora molto da fare. Accuse alla Vigilanza? Non privilegiamo nessuno. Le critiche da Roma su Montepaschi? Chi doveva sapere aveva gli elementi, compresa via Nazionale. Intesa-Generali, monitoriamo attentamente e da vicino».

 

Su quest’ultima vicenda, puntuale l’analisi di Marco Panara sull’inserto economico del giornale diretto da Mario Calabresi: “Intesa, il poker di Messina. Quattro incognite nella partita per Generali. La conquista della compagnia del leone è una scommessa difficile, piena di passaggi rischiosi, e se dovesse concretizzarsi aprirebbe scenari complessi, per la banca e anche per il Paese”.

 

Monica D’Ascenzo sul Sole 24 Ore: “Cda e quote rosa, maxi-rinnovo in vista per le società quotate. Da Enel a Telecom cambiano i board nel 2017. Nei prossimi mesi 595 nomine in 64 consigli. Saranno chiamate a rinnovare i board anche le assemblee di Brembo, Recordati, Buzzi Unicem e delle ex municipalizzate A2A e Acea”.

 

Sul Messaggero, intervista di Luca Cifoni alla segretaria della Cisl, Annamaria Furlan: «Siamo pronti a parlare di flessibilità, ma il sindacato non difende i furbetti. Prodi ha ragione, sbagliato emarginare le parti sociali, ora rimettere al centro l’occupazione».


Giustizia

In occasione dei 25 anni della fine del maxiprocesso a Cosa Nostra, sul Corsera un’intervista di Giovanni Bianconi al presidente del Senato, Pietro Grasso, che farà discutere: «La mafia fu il braccio armato, ancora non sappiamo per conto di chi. Verità parziali, fuori da Cosa nostra nessuno ha parlato. Purtroppo non è stato possibile trovare le prove. Gli elementi per raggiungerle sono a conoscenza soltanto dei vertici della mafia».

 

Da leggere su Libero la conversazione tra il direttore, Pietro Senaldi, e l’ex sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, che dice: «Troppi innocenti in cella, magistrati che fanno i moralizzatori e processi strumentalizzati a fini politici. Così la gente ha perso la fiducia nella giustizia». E il suo futuro politico? «Se Renzi vuole una mano basta inciuci e rottamazioni».

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