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Strage di Viareggio, condannati i manager. Sette anni a Moretti

Euro, scontro Trump-Merkel

Scende in campo il partito del voto: asse Pd-Lega-Fratelli d’Italia-M5S

Armi alla jihad, arrestati due italiani

Lo smog non dà tregua . L’Italia rischia maxi multa da Ue

Borse, banche ancora nel mirino

Palermo, capitale della cultura 2018

 

Strage di Viareggio

Il tribunale di Lucca ha condannato 23 dei 33 imputati per la strage ferroviaria di Viareggio del 2009 che causò la morte di 32 persone. Sette anni a Moretti, ex ad di Ferrovie dello Stato. Delusi i familiari delle vittime: «Soltanto un contentino». Giusi Fasano sul Corriere della Sera racconta in maniera dettagliata la notizia del giorno, sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali: “Dopo cinque ore di camera di consiglio il tribunale di Lucca ha condannato 23 dei 33 imputati. Tra di loro anche Mauro Moretti, all’epoca amministratore delegato di Ferrovie dello Stato: l’accusa per lui aveva chiesto 16 anni, ma i giudici lo hanno condannato a 7. Vincenzo Soprano, ex ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, nel 2009 ad di Rete Ferroviaria italiana, hanno subito una condanna a sette anni e sei mesi. Presenti in aula molti familiari delle vittime”.

Intervistata da Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera in merito alla condanna di Moretti, l’avvocato Giulia Buongiorno, esperta in responsabilità oggettiva delle aziende: «Premetto che non conosco il processo e che dobbiamo aspettare le motivazioni. La sentenza dovrà spiegare in concreto quale violazione è ascrivibile ai vertici della società. Siamo comunque al primo grado di giudizio e non so se Moretti sceglierà di dimettersi. Ma non dobbiamo dimenticarci di tutti i ribaltamenti di sentenze cui ci hanno abituato».

«Questa sentenza forse servirà a evitare ulteriori perdite di vite umane. La sicurezza conta più del profitto». È’ il commento a caldo del procuratore di Lucca Pietro Suchan. Ne scrive la Repubblica.

Marco Ruffolo su Repubblica racconta la giornata di Mauro Moretti, il manager di Stato, ex di Ferrovie dello Stato, ora a Finmeccanica, accusato della strage di Viareggio: “La notizia della condanna la apprende nel suo ufficio romano di Piazza Montegrappa. Non dice una parola. Eppure sembra aver confessato ai suoi amici più cari: «Reazioni forse troppo dure. Ma di fronte a quella trageda decisi di avere un atteggiamento molto forte per tenere insieme una società smarrita, incerta sul da farsi»”. Paolo Baroni sulla Stampa aggiunge: “Il super manager non si dimetterà dalla guida di Finmeccanica. Il cda lo blinda: «Nessuna incompatibilità con l’incarico»”.

Carlo Bonini di Repubblica scrive la sua sulla strage in un pezzo dal titolo: “La sicurezza e il cinismo”

 

Politica

Legge elettorale, prima intesa tra Pd, Lega, M5S e Fratelli d’Italia per il voto subito. Tommaso Ciriaco (Repubblica): “Segnali di intesa tra Pd, Lega e M5S sulla legge elettorale per andare al voto subito. Vendola apre a D’Alema e a un listone della sinistra. In aula il 27 febbraio, accordo di massima per estendere anche al Senato l’Italicum corretto dalla Consulta. Colloquio tra il capogruppo dem Rosato e Di Maio per sancire l’intesa. Renzi: «Votare prima dei vitalizi». Brunetta tuona ma si confida nell’ok di Berlusconi”.

Il direttore del tg La7, Enrico Mentana, intervistato da Candida Morvillo sul Corriere della Sera ne ha un po’ per tutti: «Renzi dal punto di vista politico e un bullo e non fa più sognare». Su Berlusconi: «Ridicola l’ultima indagine, siamo al giudizio antropologico sulle prostitute e su chi va, seppure all’ingrosso e non al dettaglio». Di Salvini invece dice: «E’ facile dire che Bobbio è meglio. Ma oggi i leader si costruiscono come Trump, anche su presenze ruvide. Non è tempo di volpi ma di lupi». Su Grillo: «Gli mancano i fondamentali, nel gestire gli eletti improvvisa». Infine dice la sua sulla legge elettorale: «E’ vero che del Porcellum non si butta via niente ma prima serve una legge. Non è che prima si vota e poi si decide con chi si governa».

Goffredo De Marchis su Repubblica racconta le strategie di Renzi per arginare la scissione: «Renzi prepara le liste e prova a fermare Bersani. Ora è caccia ai re delle preferenze. L’ex premier esulta per l’accelerazione: «Non si poteva tirarla per le lunghe fino al 2018». E convoca Zingaretti per il Senato”.

Monica Guerzoni sul Corsera fa il punto sulla possibile scissione del Pd. Analizzando la variegata platea dei “simpatizzanti” del nuovo movimento proposto dall’ex premier Massimo D’Alema: “Ex Pci e Psi, renziani pentiti, ambientalisti. Dilemma tra i bersaniani che si trovano al confine tra Nazareno e nuovo centrosinistra”. Ne scrive anche Salvatore Merlo sul Foglio.

Secondo Paolo Franchi sul Corriere della Sera, il sistema proporzionale senza partiti non ha senso: “Il campionato politico è in apparenza regolare ma senza squadre e società riconoscibili per i loro colori, giocatori, allenatori. Il rischio confusione è alto”.

Giuseppe Alberto Falci intervista sulla Stampa Vladimiro Crisafulli, il barone “rosso” della provincia di Enna, dalemiano della prima ora: «Massimo è il migliore. È la testa pensante più lucida che ci sia. I suoi ragionamenti sono sempre più azzeccati. La verità è che ci serve un altro D’Alema più giovane. Io sono pronto a sostenerlo, ma non ho più tessere».

L’aula del Senato ha approvato con 224 sì, un solo no e 6 astenuti il disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyber bullismo. Il provvedimento torna a Montecitorio in quarta lettura. Ne scrivono il Messaggero e il Sole 24 Ore.

 

Economia

L’Italia in affanno sui conti pubblici vuole evitare a tutti i costi una procedura di deficit eccessivo e prova ad aprire un canale con Bruxelles. Federico Fubini (Corsera): “L’Europa è riluttante ad aprire un altro fronte in un anno elettorale. C’è un canale aperto tra Bruxelles e Roma sviluppato in queste settimane all’insegna della collaborazione. Nessuno vuole la rottura ma il confronto è serrato e difficile”.

L’Italia risponde all’Europa. Nella lettera, la lotta all’evasione e l’estensione della rottamazione delle cartelle fiscali al 2016. Verso una nuova voluntary per il rientro dei capitali. Pesano le spese per il sisma. Intanto lo spread con il Bund tedesco resta a 182 punti. Ne scrive Mario Sensini sempre sul Corsera.

Borse, banche ancora nel mirino. Davide Colombo sul Sole: “A Piazza Affari pesano ancora le vendite sui bancari. Ieri -0.9%. In calo anche le altre Borse europee e Wall Street. Nouy, presidente della supervisione bancaria Bce, in Bankitalia per discutere di redditività e Npl: «Non serve più trasparenza a Francoforte».

 

Esteri 

Trump attacca la Germania sull’euro. Danilo Taino (Corsera): “«La Germania approfitta di un euro esageratamente sottovalutato per sfruttare gli Stati Uniti e i partner europei». Parole di Peter Navarro, consigliere economico di Trump. Replica Merkel: «Non influenziamo la politica della Bce»”. Ne scrivono anche Alessandro Alviani e Francesco Sempirini sulla Stampa.

Trump licenzia il segretario alla Giustizia che si è opposto al decreto sugli immigrati. Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera racconta “la donna che ha osato dire di no a The Donald”.

Anna Lombardi (Repubblica) nel suo ultimo reportage traccia il profilo del killer di Québec City, parlando con i colleghi dell’università: “Solitario e misogino. Introverso e arrogante. «Il suo odio diventava sempre più estremo. Abbiamo sottovalutato i segnali. Voleva una strage di donne».

 

Rigopiano

«Rigopiano, quasi tutti morti sul colpo». Concluse le autopsie delle 29 vittime. Solo il cameriere e il maître sarebbero deceduti per il freddo. Continua il lavoro dei pm per stabilire le responsabilità della tragedia. Virginia Piccolillo sul Corriere della Sera.

 

Immigrazione

Il modello di Torino per l’accoglienza dei profughi funziona. Lo scorso anno venti Comuni montani avevano firmato un protocollo che ha permesso di accogliere 7500 stranieri. Ora la prefettura emette un bando: quasi cento milioni a chi accoglie. Federico Genta e Massimiliano Peggio sulla Stampa.

Molti comuni dicono no al progetto pilota di Torino per redistribuire i profughi. In rivolta i sindaci leghisti. Francesco Grignetti (La Stampa): “Sulla questione migranti scoppia la rivolta dei sindaci leghisti che non condividono il piano del Viminale sulla redistribuzione dei profughi. Molti Comuni guidati dal Carroccio fanno prevalere una logica politica e alzano un muro condizionati dalla prospettiva di elezioni anticipate”.

 

Giustizia

Due coniugi di San Giorgio a Cremano gestivano un colossale traffico di armi violando l’embargo Onu. Lui si faceva chiamare Jaafar, lei si era fatta fotografare qualche anno fa con il presidente Ahmadinejad. Legami con le milizie tribali vicine all’Isis. Ne scrivono Dario Del Porto e Conchita Sannino su Repubblica.

Il procuratore di Aosta, Pasquale Longarini, lo “sceriffo della Valle”, è stato arrestato lunedì mattina nel suo ufficio in tribunale. Il magistrato aiutava l’amico coinvolto nelle indagini sulla ‘ndrangheta a in cambio riceveva mozzarelle ed altri favori. Il sospetto che l’uomo sia stato avvisato di essere sotto intercettazione. Il giallo dei 55 mila euro versai a Longarini da un costruttore calabrese. Ne scrivono Ottavia Giustetti e Emilio Randacio su Repubblica e Paolo Colonnello sulla Stampa.

 

Lavoro

La disoccupazione giovanile ritorna sopra il 40%. Da Grillo alla Cgil: «Il Jobs Act non funziona». In un anno +242 mila posti di lavoro ma molti precari. Luigi Grassia sulla Stampa.

 

Editoria

Oggi si decide il futuro dell’Unità. L’assemblea dei soci della srl editrice, cioè i costruttori Pessina e il Pd, decideranno se ricapitalizzare o andare in liquidazione. Ne scrive il Manifesto.

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