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7su7/La rassegna d’autore SPIN (26 maggio 2017)

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Prima pagina

L’ira di Londra sugli 007 Usa
 


Grecia, attentato a Papademos, ferito l’ex premier
 


Primi contatti Renzi-Berlusconi per la nuova legge elettorale

 

Manovra, scontro sui voucher bis

 

Via al G7, battaglia sul commercio


Il veto dei Tar paralizza l’Italia

 

Il giudice accusa: «Troppe intercettazioni» 

 

Divorzio, stop all’assegno a chi già guadagna mille euro

 

Totti: «Domenica l’ultima con la Roma. Poi una nuova sfida»


 

Esteri
Donald Trump è stato «bacchettato sulle mani da Theresa May» per la fuga di notizie che ha visto coinvolta la stampa Usa su informazioni riservate relative all’attacco di Manchester. Il presidente americano ha promesso di intervenire immediatamente con un’inchiesta. La May ha deciso di non condividere più informazioni sensibili con gli Usa. Si riaccende insomma un malumore tra statunitensi e britannici. Lo racconta Anna Guaita sul Messaggero.

Molto forte il titolo del Giornale «Lite sui bambini morti» facente riferimento alla querelle tra gli 007 statunitensi e britannici. Valeria Robecco, inviata della testata a New York, ha raccontato le reazioni di entrambe le parti: dalla furia di Westminster alla dichiarazione del presidente statunitense secondo cui «le fughe di notizie costituiscono una grave minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Se necessario i colpevoli dovranno essere perseguiti con il massimo della pena». 

Antonia Ferrari sul Corriere della Sera riporta del grave attentato avvenuto ieri in Grecia che ha visto coinvolto l’ex premier Lucas Papademos. Viene riferito come l’ordigno fosse nascosto in una busta, mimetizzato tra le pagine di un libro per sfuggire ai controlli, fino ad esplodere tra le mani dell’ex premier. Esplosione che ha ferito anche un agente di scorta e l’autista. Nessuno sarebbe in pericolo di vita. 

Nella giornata di oggi prenderà il via il G7 di Taormina, profughi e terrorismo saranno le emergenze principali che il gruppo dei Sette dovrà affrontare. Marco Conti sul Messaggero scrive come sia difficile «l’ipotesi di una linea realmente comune su temi come clima e la Russia». Sarà al centro dell’attenzione anche l’esordio di Trump in un meeting del genere. 

 

Politica interna 

Ezio Mauro su Repubblica nel suo editoriale scrive dei tre tavoli aperti al momento dalla politica italiana: legge elettorale, «governissimo» e Rai. Il giornalista riferisce di come i «commensali» a questi tavoli siano sempre gli stessi due, Renzi e Berlusconi, che hanno bisogno l’uno dell’altro. 

Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera intervista Massimo D’Alema. Il due volte presidente del Consiglio rifila un’ennesima stoccata a Renzi affermando: «meglio prendere il 3% a favore di ciò che si ritiene giusto che il 20 a favore di ciò che si ritiene sbagliato» facendo ovviamente riferimento alla nuova avventura di Articolo 1. Tra gli altri temi trattati nell’intervista ci sono anche Verdini, Cinque Stelle, caso Boschi e voucher. 

 

Il Messaggero propone un’intervista a Luigi Di Maio, a cura di Simone Canettieri e Stefania Piras. Il leader pentastellato annuncia che il Movimento si siederà al tavolo con il Pd per parlare di legge elettorale, proponendo una soluzione consona ai criteri indicati dalla Consulta. Riguardo al futuro della Raggi, qualora dovesse venire rinviata a giudizio, Di Maio risponde: «Il nostro codice etico prevede che in caso di condanna in primo grado si venga escluso dal M5S, o sospesi o espulsi. Ma ci riserviamo discrezionalità».  

Giustizia 
In un’intervista al presidente del Tribunale di Bologna sul Dubbio, a cura di Errico Novi, viene affrontato il delicato tema delle intercettazioni nei processi. «Spesso ci si trova con una quantità enorme di conversazioni intercettare e sottoposte al giudice. È una massa tale che è difficile distinguere gli elementi di rilievo da quelli ininfluenti. Si finisce per appesantire il lavoro», ha affermato il presidente Francesco Caruso, che ha poi aggiunto: «L’uso sovrabbondante che si fa spesso delle intercettazioni crea inevitabili rallentamenti. Si tratta di un problema sottovalutato». 

Sul quotidiano Avvenire, Gianni Santamaria riporta il dossier dell’associazione Antigone che dà uno spaccato della situazione degli istituti carcerari in Italia. Nonostante una riduzione dei reati, negli ultimi sei mesi il numero di detenuti è aumentato e quindi «ci si allontana da quel modello di extrema ratio cui l’uso del carcere dovrebbe essere improntato». Inoltre l’associazione rileva un vero e proprio effetto di «criminalizzazione dello straniero». Dal 2015, infatti, il tasso è aumentato dal 33,2% al 34,1%.

Il Tar del Lazio giudica illegittime le nomine di cinque direttori delle venti aree museali. I motivi della bocciatura sono relativi alla poca trasparenza e al divieto di nominare dirigenti pubblici stranieri. Immediate le reazioni di Renzi e Franceschini che criticano aspramente la sentenza e annunciano ricorso al Consiglio di Stato. Esultano invece i parlamentari pentastellati: «Franceschini ci pensi. La figuraccia davanti al mondo l’ha fatta lui che ha utilizzato criteri di nomina che avevamo criticato fin dall’inizio. Mancavano oggettivi motivi di merito e di trasparenza e oggi il Tar conferma i nostri rilievi». Ne scrive Alessandra Arachi sul Corriere della Sera.

Economia
Gian Antonio Stella racconta sul Corriere della Sera una storia particolare: a Napoli non si riesce a riscuotere quasi mezzo miliardo di multe. Nella città partenopea la media pro capite di sanzioni è di 31 euro, a Milano sono 138. 

 

Si continua a trattare tra governo e Commissione Ue per evitare il bail-in di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Le opzioni per il ministro Padoan sono due: o negoziare una soluzione con l’Unione Europea o coinvolgere il sistema bancario negli aiuti. Il ministero dell’Economia e delle Finanze è al lavoro per la salvaguardia del risparmio. Resta comunque il nodo del miliardo privato richiesto dall’Ue. Ne scrivono Marco Ferrando e Gianni Trovati sul Sole 24 Ore. 

 

Voucher

Emilia Patta sul Sole 24 Ore: “Alla fine come era avvisaglia già da qualche settimana, il caso voucher è scoppiato ieri sera rischiando di far saltare gli equilibri della maggioranza. La miccia è l’annuncio del capogruppo dei deputati Pd Rosato: nella manovra correttiva verrà inserito un emendamento che ripristina il lavoro occasionale. Immediate le reazioni di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista: «La misura è colma. Se andranno avanti con i voucher, noi usciremo dalla maggioranza». Alfredo D’Attorre, tra i fondatori di Articolo 1, rassicura le parti e esclude la crisi di governo, il dissenso si limiterà a non votare la manovrina: «Come facciamo a uscire dal governo se non siamo nel governo? il nostro è un appoggio esterno e tale resterà. Certo, il no alla manovrina avrà il suo peso»”.

 

Rai

Aspettando l’incontro tra il ministro Padoan e il dg Rai Campo Dall’Orto, il Cda della televisione pubblica perde un consigliere: si è dimesso ieri Paolo Messa chiedendo che il board non venga azzerato e augurandosi invece che l’azienda di Viale Mazzini riesca ad uscire da una situazione di danno reputazionale. Ne scrive Italia Oggi.

 

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