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Governo: Conte revoca la delega a Siri, «la decisione più giusta»

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Il sottosegretario Armando Siri è fuori dal governo. il presidente del Consiglio ha revocato la sua nomina durante un Cdm durato circa due ore.

Arrivando alla Sinagoga Conte ha commentato con i giornalisti la decisione assunta in Cdm: «E' la soluzione, alla luce di tutte le circostanze, che ritengo più giusta. Noi dobbiamo preservare il patrimonio di fiducia dei cittadini nei nostri confronti. Senza, difficilmente potremmo proseguire nell'azione di governo».

«Il consiglio dei ministri ha ribadito la piena fiducia nel mio operato. È stata una discussione molto franca e non banale, un confronto leale e aperto all’esito del quale è stata ribadita la piena fiducia nel mio operato» ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Se altri casi di esponenti del governo indagati dovessero presentarsi in futuro, «rivendico di poter discernere – senza alcun condizionamento e senza alcun automatismo né a favore né contro – caso per caso».

Il vicepremier Luigi Di Maio, parlando con i giornalisti a Palazzo Chigi dopo il Cdm ha dichiarato: «Si è deciso di avviare la procedura di revoca dell'incarico a Siri, non perché colpevole, ma perché per noi quando si parla di un'inchiesta per corruzione la politica deve agire prima dei giudici. Per me è un grande orgoglio far parte di questo governo, sono molto orgoglioso delle decisioni che abbiamo preso insieme. E' stato un Consiglio dei Ministri molto disteso, ci siamo detti che andiamo avanti e che ci sono tante cose da fare per gli italiani, le faremo insieme nei prossimi quattro anni». «Il Governo dà un segnale di discontinuità rispetto al passato, quando ci sono delle ombre interviene. Non è una vittoria del M5S, non sono qui per esultare, è una vittoria degli italiani», ha aggiunto.

Fonti della Lega sottolineano che i propri ministri hanno espresso contrarietà alla decisione. Delibera del presidente Giuseppe Conte per la revoca delle deleghe del sottosegretario, Armando Siri, ma nessun voto quindi. La Lega, viene aggiunto, prende atto della facoltà del presidente del Consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario difendendo tuttavia il principio per cui non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. «E' un principio di civiltà giuridica che vale per tutti. Lega e 5 stelle», viene sottolineato: «L'apertura di un'inchiesta non può coincidere con la chiusura o la condanna. Siamo dell'opinione che chi ha incarichi istituzionali deve pagare il doppio se colpevole, ma contrari al principio di colpevolezza senza processo».

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