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Muore Massimo Bordin, colonna di Radio Radicale

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Si è spento a Roma all’età di 67 anni Massimo Bordin, storica voce di Radio Radicale. Direttore dell’emittente dal 1991 al 2010 e curatore della rubrica “Stampa e Regime”, la sua rassegna stampa dedicata ai temi politici della giornata, ha condotto la sua trasmissione mattutina sino al primo d’aprile.

Malato da tempo, il giornalista era stato l’alter ego di Marco Pannella, amico di lunga data, fungendo da interlocutore del leader radicale (nonostante proprio a seguito di divergenze avesse lasciato la direzione) nelle trasmissioni radiofoniche. Bordin era riconosciuto come figura di spicco nel mondo del giornalismo.

L’annuncio della morte è stato dato in diretta dal direttore Alessio Falconio, che in diretta ha spiegato come Bordin avesse «chiesto di poter vivere e lottare contro questa malattia nel massimo riserbo», scelta poi rispettata dalla redazione. «Ma non ce l'ha fatta, – prosegue Falconio – poco fa siamo stati raggiunti dalla notizia. Ricorderemo il nostro Massimo e lo onoriamo con quel Requiem che tante volte ha preceduto la sua unica e splendida rassegna stampa». Poi la trasmissione del Requiem di Mozart al posto del normale palinsesto. Radio Radicale si stringe intorno ai suoi cari e alla sua famiglia, ricordando di come negli ultimi tempi gli ascoltatori chiamassero per avere notizie del giornalista. Oltre alla sua partecipazione a Radio Radicale, Bordin teneva una rubrica quotidiana sul giornale “Il Foglio” dal titolo “Bordin Line”.

Cordoglio da parte di tutto il mondo della politica. Il senatore di Forza Italia, Francesco Giro, lo ricorda come l’anima di Radio Radicale: «La sua rassegna stampa quotidiana era un “must” per tutti noi politici e uomini delle istituzioni pubbliche e non solo», mentre il collega di partito Andrea Cangini scandisce il motto «Lunga vita a Radio Radicale».

I parlamentari dem Tatjana Rojc e Debora Serracchiani lo ricordano come «un maestro schivo ma colto e riconosciuto del nostro giornalismo, di quello vero, che sa unire il rigore professionale all'impegno civile e politico. Questo lutto non può che convincerci a una lotta ancora più forte per la vita di Radio Radicale e della libertà d'informazione». A questi fa eco il presidente dei senatori Pd Andrea Marcucci e il capogruppo in commissione Cultura alla Camera Anna Ascani.

Al cordoglio si aggiunge il giornalista Roberto Saviano: «Il debito di riconoscenza che ho verso Massimo Bordin non è quantificabile. Le sue analisi, le sue parole, la sua ironia sono state ossigeno, aiuto, faro. Come si fa senza di lui?», mentre Pietro Grasso, senatore di Liberi e Uguali, aggiunge: «Col suo stile e la sua ironia spiegava non solo quanto era scritto sui giornali ma anche ciò che era tra le righe».

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