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Formigoni: l’ex presidente di Regione Lombardia è entrato in carcere di Bollate

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Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, è entrato stamane nel carcere di Bollate in seguito alla condanna a cinque anni e dieci mesi stabilita dalla Cassazione per la vicenda Maugeri.
Roberto Formigoni punta a ottenere la detenzione domiciliare come luogo dove scontare la pena a 5 anni e 10 mesi di carcere, convalidata dalla Cassazione per il caso Maugeri.  La conferma arriva dall'avvocato Mario Brusa, storico legale dell'ex governatore lombardo, che ha depositato la sua istanza alla Procura generale di Milano. Tra le ragioni per cui la difesa di Roberto Formigoni chiede che l'ex presidente della regione Lombardia sconti la sua condanna agli arresti domiciliari 
c'è anche il fatto che ha più di 70 anni. La legge prevede che, in questi casi, possa essere presentata un'istanza che dovrà essere valutata dal tribunale della Sorveglianza, chiamato a valutare se le condizioni di salute del detenuto sono compatibili o meno con il carcere. Il tribunale di Sorveglianza valuterà la richiesta avanzata dagli avvocati di Formigoni nei prossimi giorni.
«Sul piano umano dispiace, ma la giustizia deve andare avanti». Così Marco Formentini, ex sindaco di Milano, ha commentato il verdetto della Cassazione nei confronti di Roberto Formigoni. «Ho conosciuto Formigoni all'inizio degli anno Novanta, era un giovane molto impegnato. Ha gestito bene la Regione Lombardia, poi non posso dire se ha fatto cose sbagliate. Questo spetta alla giustizia».
La notizia della condanna definitiva di Roberto Formigoni «mi ha raggiunto in cima al Sacro Monte di Varese, la notizia mi ha provocato un dolore profondissimo e un senso di incredulità, solo la preghiera può rendere comprensibile e dare un senso a tutto questo». Così in un lungo post su Facebook, l'assessore all'ambiente e clima della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. «Ho vissuto ogni giorno dal 1995 al 2013 di questi straordinari 18 anni di Presidenza di Roberto Formigoni in Regione Lombardia, con responsabilità diverse, ma sempre vicino a lui e in ruoli non secondari – ha ricordato Cattaneo – Con lui sono stato Dirigente della Presidenza e Assessore. Ho partecipato a una esperienza di governo straordinaria, con risultati sconosciuti prima e ineguagliati dopo». Il messaggio su Facebook continua con: «Certamente però avremo fatto anche degli errori. Siamo, sono un uomo come tutti, con tanti limiti e peccati. Non sono un superuomo e neppure ahimé un santo. Ho un pessimo carattere e molti comportamenti discutibili. Certamente ho sbagliato anch'io e questo avrà turbato o colpito qualcuno: me ne dolgo e chiedo perdono. Anche Roberto avrà certamente sbagliato. Avrà certamente molto anche lui di cui chiedere scusa, ma non è  l'uomo che viene dipinto da questa sentenza!».

L'assessore lombardo precisa anche che «Roberto Formigoni non è un corrotto, non è un malfattore, un ladro, un poco di buono. Lo dico con tutto il rispetto che si deve a una sentenza definitiva e all'autorità che l'ha emessa, ma lo dico in forza di una esperienza, di ciò che ho vissuto, visto, toccato, conosciuto. Quindi lo dico per il rispetto che si deve ancor prima alla verità».

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