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Trump tenta la conciliazione: ma il muro si farà

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Nella notte italiana al Congresso americano davanti a senatori e deputati riuniti in una Camera di nuovo in controllo dei democratici, Donald Trump ha pronunciato il suo secondo discorso sullo stato dell'Unione. Lo ha fatto proponendo legislazioni bipartisan ma senza offrire all'opposizione alcuna opportunità per risolvere lo stallo legislativo più urgente che il 15 febbraio potrebbe portare a un altro shutdown del governo federale. L'ultimo, iniziato il 22 dicembre 2018, è terminato il 25 gennaio scorso raggiungendo un record senza precedenti. Con alle spalle la padrona di casa Nancy Pelosi, vestita di bianco come molte altre donne in onore del movimento delle suffragette, Trump ha parlato di una «crisi nazionale urgente» al confine tra Stati Uniti e Messico. Per fermare l'immigrazione illegale, ha detto, «costruirò un muro o una barriera fisica…una barriera intelligente, strategica, attraverso la quale si può vedere» cosa succede dall'altra parte. «Non è una semplice parete di cemento». Parole che probabilmente non basteranno per convincere i democratici a cambiare idea rispetto all'ultimo scontro: per loro un muro è «immorale» oltre che inutile e costoso. Secondo Trump invece è una questione «morale» fermare l'ingresso di migranti irregolari, anche se quegli ingressi sono in calo da 20 anni, e che lo stesso Trump abbia cambiato la legge che regola le richieste di asilo (legali) che di fatto costringono gli interessati ad aspettare gli sviluppi sul loro destino nel loro paese. «Raggiungiamo un compromesso e sigliamo un accordo», è stato l'invito di Trump privo di concessione che potrebbe allettare i democratici come, per esempio, la possibilità di legalizzare lo status di centinaia di migliaia di individui che furono portati in Usa molti anni fa quando erano bambini senza permesso di soggiorno (i cosiddetti Dreamers). 

«L'America è stata resa forte dalla presenza degli immigrati, non dai muri». Stacey Abrams, la democratica che lo scorso novembre era vicina a diventare la prima governatrice afroamericana della Georgia, ha replicato con durezza agli argomenti principali, immigrazione e Muro in testa, del discorso sullo stato dell'Unione pronunciato da Donald Trump. E nonostante Trump non abbia mai fatto riferimento allo shutdwon che ha bloccato per 35 giorni il governo e lasciato 800mila dipendenti federali senza stipendio, Abrams ha attaccato anche su questo fronte. «Lo shutdown è stata una bravata orchestrata dal presidente degli Stati Uniti, che ha violato il principio di equità ed ha tradito non solo il popolo ma anche i nostri valori», ha detto parlando dello shutdown più lungo della storia americana Abrams nella sua risposta al presidente durata ben 11 minuti, la prima risposta affidata ad una esponente politica afroamericana.

Infine, di fronte alle rivendicazioni di Trump di un «miracolo economico» provocato in America dalle sue misure, Abrams ha accusato la leadership repubblicana di ignorare le «speranze delle famiglie» dei lavoratori americani. La riforma fiscale del Gop ha «truccato il sistema contro gli interessi dei lavoratori», ha aggiunto riferendosi ai massicci sgravi fiscali concessi ai redditi più alti ed alle corporation. 

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