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L’Attica in fiamme, 79 morti. Il Governo teme incendi dolosi

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I cittadini esclamano: «Come il Vesuvio a Pompei». Sono queste le parole che i greci urlano al mondo pensando ai terribili incendi che hanno devastato le due foreste che lambiscono Atene e che hanno oscurato il cielo sopra l’Acropoli di un fumo nero arancio che verrà ricordato per anni. Come nella cittadina campana, colpita dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.c., sono stati ritrovati diversi cadaveri abbracciati l’un l’altro, colti alla sprovvista dalle fiamme o dal fumo.

Ventiquattro ore di fuoco che hanno costretto oltre 550 persone al ricovero in ospedale (16 bambini sono in condizioni gravi), 79 sono i morti (con il sensato timore di superare i cento decessi) e la sensazione che nulla sarà più come prima. La città di Mati, il posto che ha registrato il maggior numero di vittime, non esiste più. La piccola cittadina che dista 40 chilometri dalla capitale, risulta essere il centro più colpito con 26 vittime ritrovate in una villa e diversi altri cadaveri rinvenuti tra i resti delle auto e le case carbonizzate, a pochi metri dalla costa.

I circa 700 superstiti sono riusciti a salvarsi gettandosi in mare o grazie all’intervento della Guardia Costiera che ha messo a disposizione le proprie navi per l’estrazione delle persone intrappolate dalle fiamme. Il testimone Kostas Laganos, intervistato da Bbc online, ha dichiarato: «Per fortuna c'è il mare, siamo scappati in mare, perché le fiamme ci stavano inseguendo fino in acqua. Il fuoco ci ha bruciato la schiena e ci siamo tuffati in acqua».

Al momento un altro incendio sta divampando a 50 chilometri da Atene costringendo alla chiusura della principale arteria autostradale che collega la regione del Peloponneso alla capitale. Altri roghi sono attivi, in particolare a Corinto, nel Peloponneso e nell'isola di Creta. Il corpo dei vigili del fuoco lavora instancabilmente ormai da giorni, ma il forte vento gioca a favore delle fiamme rendendo il loro lavoro ancora più difficile.

Soccorsi in arrivo da tutta Europa. Francia, Germania, Danimarca e Polonia hanno inviato oltre 100 uomini, con l’aggiunta di autopompe in arrivo da Varsavia. Italia e Portogallo, invece, hanno messo a disposizione due canadair, mentre sono in arrivo elicotteri dalla Norvegia e dalla Lituana. Nonostante i numerosi incendi che stanno devastando le foreste svedesi, anche Stoccolma si accoda agli aiuti degli Stati europei inviando un centinaio di uomini sul territorio greco.

Non è stata ancora accertata la causa che ha scatenato i roghi, ma diverse fonti del governo greco sembrano essere orientate verso una natura dolosa degli incendi. «Nulla resterà senza risposta» ha affermato il premier greco Alexis Tsipras dopo aver dichiarata tre giorni di lutto nazionale e aver confermato l’adozione di un piano straordinario contro lo sciacallaggio e in aiuto alle città colpite.

I media greci, invece, si spingono oltre ipotizzando che i piromani siano entrati in azione per saccheggiare le case abbandonate dai turisti o per speculazione edilizia. A supporto parziale di queste tesi è notizia di questa mattina dell’arresto di quattro sciacalli – di età compresa tra i 22 e i 26 anni – sorpresi a rubare tra i resti delle villette abbandonate dai turisti.

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