Today

7su7/La rassegna d’autore SPIN (20 novembre 2017)

Scritto da administrator

Prima pagina

 

Mugabe va in tv: «Non lascio»

 

Bersani dice no al Pd, appello di Pisapia

 

Ostia, alle urne uno su tre: vittoria Cinquestelle

 

Germania: fallisce trattativa per nuovo governo, Merkel dal presidente

 

Agenzia del farmaco: l’Europa vota, Milano sul filo

 

 

Politica

La sinistra dice ancora «no» al corteggiamento dem. «Nel Pd non ho visto un’esigenza di riflessione» afferma Pier Luigi Bersani, che però vede «possibilità di convergenza» su temi comuni come ius soli, diritti civili e legge sul fine vita. Un filo sottile sul quale continua a lavorare Giuliano Pisapia, che fa appello a Mdp e SI: «Non regaliamo il Paese a chi l’ha rovinato». Ne parla in apertura il Corriere della Sera.

 

Su Repubblica un articolo molto interessante di Giovanna Casadio sui “40 collegi che la sinistra divisa rischia di regalare a destra e M5S”. Lo studio Youtrend: “Con Mdp fuori dalla coalizione 18 seggi passano sicuramente di mano, altri 21 diventano in bilico”.

 

Intanto la grillina Giuliana Di Pillo ha vinto il ballottaggio delle elezioni a Ostia con il 60% dei voti, contro il 40% della sfidante Monica Picca, figlia di Fratelli d’Italia ma apparentata con tutto il centrodestra. Molto bassa l’affluenza: 33,6%. Due su tre non sono andati a votare. Ne parla Ilario Lombardo sulla Stampa.

 

 

Economia

In un’intervista ad Alessandro Barbera sulla Stampa, Antonio Patuelli (presidente dell’Associazione bancaria) si dice d’accordo con il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini sulla proposta di istituire una super procura che indaghi sulle banche. Il presidente dell’Abi aggiunge che occorrono «certezze giuridiche nel credito» e auspica un’accelerazione nelle inchieste.

 

Secondo Stefano Carli (Repubblica Affari & Finanza), dopo il cambio al vertice di Open Fiber con l’uscita di Pompei c’è ora una partita a cinque nel campo della banda larga tra Enel, Cdp, Tim, Mediaset e governo.

 

Interessanti i numeri forniti da Enrico Netti sul Sole 24 Ore: “L’Italia dei big data vale 1,1 miliardi. Quest’anno la spesa delle aziende in big data analytics, uno dei pilastri dell’industria 4.0, supererà i 1,1 miliardi di euro, con un più 20% sul 2016. In prima fila banche e i big della manifattura”.

 

 

Salute

Oggi si decide: l’Europa vota sulla città che ospiterà l’Agenzia del farmaco (Ema). Ci sarà un complicato sistema di voti e ballottaggi segreti, come sottolinea il Corriere della Sera con Caizzi e Valentino. Milano ha buone possibilità di aggiudicarsi la prestigiosa sede. Sarà decisivo il primo turno. La Germania spinge per Bratislava.

 

 

Giustizia

«La morte di Totò Riina non segna il tramonto dello stragismo mafioso. C’è una parte di Cosa nostra che preme per il ritorno ad azioni eclatanti». Lo dice Nino Di Matteo, oggi sostituto procuratore della Dda, in un’intervista a Salvo Palazzolo su Repubblica. Tornando alle solite allusioni complottiste: «Senza coperture politiche Messina Denaro  non sarebbe latitante da così tanto tempo».

 



Esteri

A sorpresa il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe è apparso in tv ma non si è dimesso, sfidando i generali: «Capisco le lamentele, farò di meglio». Ma ora anche il suo partito sconfessa il leader e annuncia che darà il via all’impeachment. Ne parla, fra gli altri, Alessandro Muglia sul Corsera.

 

In Germania i liberali rompono e affossano la possibilità di una “coalizione Giamaica” per sostenere il prossimo governo Merkel. Lo ha comunicato il loro leader, Christian Lindner, che ha commentato: «Meglio non governare affatto che governare male». I round erano ripresi ieri dopo varie maratone, ma nel pomeriggio i partiti al tavolo, i conservatori Cdu e Cdu, i verdi e i liberali della Fdp, continuavano a litigare soprattutto su immigrazione e ambiente.  Lo scrive Tonia Mastrobuoni su Repubblica, sottolineando che ora resta l’ipotesi di un esecutivo di minoranza senza i liberali o nuove elezioni. La cancelliera oggi dal presidente.

 

Il generale John Hyten, il militare che ha sotto il suo controllo l’intero arsenale nucleare degli Stati Uniti, ha detto di essere pronto a disobbedire al presidente Donald Trump nel caso da lui provenissero «ordini illegali» di lanciare l’atomica. Ma, aggiungiamo noi, chi decide cos’è legale o illegale? Lo stesso generale ovviamente. Questo non è ancora più inquietante Ne parla Paolo Mastrolilli sulla Stampa.

Riguardo l'autore

administrator