Today

Scajola e la verità sui servizi segreti

Scajola_Napolitano
Scritto da vocealta

Scajola_Napolitano

Ma cosa ha detto Scajola per finire nell’ennesimo polverone mediatico? Cosa c’entra la commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti di cui è stato presidente dal 2006 al 2008?

Sabato scorso l’ex ministro ha partecipato a una tesissima riunione a porte chiuse del coordinamento regionale del suo partito nella quale, insieme a numerosi amici, ha presentato una richiesta di dimissioni al coordinatore regionale, tale Scandroglio, e al suo vice che il coordinamento stesso ha approvato dopo l’abbandono degli interessati. Ora: può capitare e deve capitare tra uomini che, nelle sedi deputate, si usi l’esercizio della verità anche con toni e atteggiamenti adeguati al contesto, alla rabbia e ai dolori che sono stati subiti.

È d’altra parte in linea con il comportamento di certi signori che si diano estratti distorti del contenuto di un intervento al fine di non far emergere il vero dato politico di quella riunione: la sfiducia ai vertici regionali del Pdl che, in Liguria, hanno deluso elettori, militanti, coordinamenti provinciali e amministratori locali. Tradotto: Scajola si è ripreso il partito e questo perché, nonostante tutte le maldicenze girate sul suo conto, le persone in buona fede si sono accorte che le accuse contro di lui sono inconsistenti e che, last but not least, alcune di esse – vedi l’avviso di garanzia per associazione a delinquere nella realizzazione del porto di Imperia – si sgonfiano da sole con lo stesso pm a chiedere l’archiviazione del procedimento, dopo due anni di indagini scrupolose!

A questo punto però è necessario chiarire ciò che Scajola ha detto per mettere fine a indegne strumentalizzazioni. Il politico ligure ha accusato, in un passaggio del suo intervento nella riunione di sabato, alcuni ben individuati esponenti del Pdl di aver usato in maniera sistematica contro di lui vicende giudiziarie che lo hanno coinvolto e che, per giunta, si stanno chiarendo. Scajola li ha accusati perché, assai più degli avversari politici, hanno tentato e tentano di avvantaggiarsi personalmente con una campagna interna al partito.

Scajola ha dunque detto loro l’esatto opposto di quello che si cerca di addebitargli e che si cerca di far circolare: «io invece, nei loro confronti, neppure con chi mi è stato sempre avversario, ho mai utilizzato e mai pensato di utilizzare come argomento le condanne penali da taluno patite, le notizie apparse sui giornali di soldi in Liechtenstein, il coinvolgimento nelle vicende di Tangentopoli o le frequentazioni apparse da atti di indagine pubblicate sui giornali con esponenti legati alla criminalità organizzata. Di più, avendone sentite di tutti i colori durante i miei anni di impegno ai vertici delle istituzioni, compresi il ministero dell’Interno o la commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti, mai mi sarei sognato di ricorrere a tali impropri mezzi. Non si usa l’arma del discredito, del dileggio, della falsità per colpire gli avversari politici. Non si specula sulle disgrazie altrui. Non si gioca spregiudicatamente con la vita delle persone. La politica, per come la intendo io e per come credo debba essere intesa, si deve tradurre in un confronto leale, fondato sulla correttezza reciproca». Basterà la verità a smentire le bufale? Speriamo di sì.

Riguardo l'autore

vocealta