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Alcune verità sul vertice italo francese

SB_Sarko
Scritto da vocealta

SB_SarkoC’è chi dice che siamo diventati una colonia francese (Bossi) e dimentica che mai Berlusconi ha ceduto alla politica muscolare di Parigi se non in nome della ragionevolezza.

C’è chi dice (la sinistra) che il premier ha offeso i promotori del referendum facendo cadere l’opzione sul nucleare e spiegando che si trattava di non far votare gli italiani sull’onda dell’emotività dovuta agli eventi giapponesi, fingendo di dimenticare ciò che accadde dopo Chernobyl e soprattutto fingendo di non capire che Berlusconi parlava ai francesi, non agli italiani.

E mandava a dire Oltralpe che le decisioni sono assunte dal governo italiano nell’esclusivo interesse dell’Italia e degli italiani senza alcun tipo di sudditanza. Bersani, che ora strepita, se fosse stato al posto di Berlusconi avrebbe chiesto il permesso di Sarkozy prima di assumere una decisione come quella di far saltare il programma nucleare.

Ai francesi va riconosciuto il rispetto e la calma che hanno mostrato nei confronti del nostro Paese. Al premier italiano andrebbe riconosciuta la saggezza di aver evitato l’ennesimo voto dopo una campagna demagogica e strumentale.

C’è chi dice (sempre la sinistra) che per intervenire in Libia con bombardamenti e far cessare definitivamente le ostilità occorre un voto del Parlamento. Costoro fingono di dimenticare che fu proprio il governo D’Alema a far levare in volo per bombardare la Serbia senza che il Parlamento si fosse espresso in merito, mentre il Parlamento italiano ha già discusso e votato a seguito della risoluzione Onu nell’ambito della quale operano Usa, Gran Bretagna, Francia e Italia.

La verità è che abbiamo a che fare con una opposizione extra comunitaria, che lascia il premier e il governo da soli nell’affrontare le pressioni internazionali e che ha anche il coraggio di negare al nostro governo il merito di aver rafforzato oltre le più rosee aspettative la candidatura del nostro connazionale Mario Draghi a governatore della Banca Centrale Europea.

D’altra parte la superficialità con la quale vengono trattate le questioni serie è ormai imbarazzante. Una su tutte, firmata dall’ex vice ministro all’Interno Marco Minniti, secondo il quale il governo italiano avrebbe gestito la questione libica con gli occhiali della politica interna italiana. Ma come?

È stata proprio l’opposizione ad aver gridato alla caduta del ‘dittatore’ Gheddafi per il solo gusto di attaccare il nostro premier, invece di porsi il problema serio e di visione futura, di ciò che sarebbe accaduto, insomma del buon vecchio “cui prodest?”.

Nessuno nega che la situazione sia complessa, ma Berlusconi sta facendo tutto quel che può nell’interesse esclusivo della nazione. E, tanto per parlarci chiaro, ha ben presente – e questo vale tanto per la sinistra quanto per chiunque altro – che nell’interesse esclusivo dell’Italia c’è anche ristabilire con la Francia relazioni eccellenti e reciprocamente proficue.

Altrimenti correremo il rischio di quel marito che, per fare uno sgarbo alla moglie, ha avuto la brillante idea di tagliarsi gli attributi. Ci sono buone ragioni per dare credito alla politica del governo e per sostenere le scelte del premier anche perché a Bossi potrà anche non piacere, ma per adesso gli escamotage del nostro ministro dell’Interno non hanno fatto miracoli, anzi.

Bene ha fatto quindi il capo del governo a riprendere le redini della situazione e a concordare con Sarkozy un nuovo percorso. Che ci porterà sicuramente più avanti delle grida da festa dell’Unità che abbiamo ascoltato da quel che resta della sinistra tricolore.

(da “Il Predellino”)

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