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Replica di Luigi Grillo ad Antonio Padellaro

Caro Direttore, avendo avuto l’onore di una citazione sulla prima pagina del Fatto Quotidiano le sarei molto grato se potesse, con suo comodo, riprendere questa mia sintetica puntualizzazione che in qualsiasi momento sono pronto a documentare e provare. I fatti risalgono al governo Ciampi del 1993,in particolare alla manovra/finanziaria decisa nell’ottobre di quell’anno. Nella mia qualità di sottosegretario al Ministero del Bilancio, fui incaricato dal Presidente Ciampi di accompagnare la stessa nei percorsi in commissione e in aula. La manovra fu approvata nel dicembre 93 da un vasto schieramento. All’interno della manovra fu inserito uno stanziamento di 120 mdi di lire per realizzare i prefori pilota del terzo valico ferroviario Genova – Milano.

Nell’aprile 1994 il Bilancio dello Stato trasferì all’Ente Ferrovie, di cui era amministratore delegato Lorenzo Necci, la somma stanziata dalla finanziaria. Le Ferrovie misero a disposizione del Concessionario di allora, il COCIV, i 120 mdi e il COCIV appaltò i lavori aggredendo la montagna e realizzando i prefori pilota.

Dopo qualche anno, se non ricordo male nel 1996,a seguito di una denuncia dei verdi ambientalisti, la Procura delle Repubblica di Milano aprì un’indagine affidando al dottor De Pasquale l’incarico di accertare eventuali illeciti.

Il dottor De Pasquale, avvalendosi di un esperto inglese assai costoso (la sua parcella costò all’erario italiano centinaia di milioni di lire) iscrisse ben trentacinque persone nell’elenco degli indagati con l’accusa di truffa aggravata nei confronti dello Stato.

La tesi del PM milanese era la seguente: per realizzare la lunga galleria di ben 39 kilometri che avrebbe dovuto collegare la città di Genova alla Padania non era necessario fare i prefori pilota.

Simile tesi venne confrontata in sede di dibattimento per lunghi mesi, quando i tecnici i delle ferrovie e delle università italiane si mossero a difesa della tesi che prima di aggredire e realizzare una galleria lunga 39 kilometri occorreva sapere e conoscere la qualità del territorio, occorreva fare dei prelievi, occorreva quindi fare dei prefori.

La disputa durò a lungo e durante il dibattimento risultò di tutta evidenza la necessità dei fori pilota, ma nel 2003, dopo dieci anni dalla decisione di accordare il finanziamento di 120 mdi di lire, il reato immaginato dal dottor De Pasquale cadde in prescrizione prima della conclusione del procedimento.

Ricordo molto bene quando fui convocato a Palazzo di Giustizia dal dr De Pasquale.

L’interrogatorio durò circa due ore nel corso delle quali ebbi modo di documentare che il finanziamento non fu deciso dal sottoscritto in qualità di sottosegretario ma piuttosto fu deciso dal consiglio dei ministri presieduto dal dottor Carlo Azeglio Ciampi, l’emendamento venne presentato in commissione su proposta del Ministro professor Luigi Spaventa e lo stanziamento rientrò nell’accordo di programma Stato – Regione Liguria, documento quest’ultimo che venne approvato dalla Giunta della Regione Liguria e da ben 18 Ministri.

Al termine dell’interrogatorio mi feci coraggio e chiesi al PM “scusi ma stando così le cose perché sono finito io nell’elenco degli indagati e non invece il Presidente Ciampi o meglio il Ministro Spaventa”?

Il PM accennò ad un sorriso e disse “sotto il profilo formale è vero ciò che lei dice, ma è anche vero che lei fu il vero ispiratore dell’emendamento e per questo lei deve pagare…”.

In tutta questa vicenda il PM mai ha fatto accenno ad atti di corruzione, di concussione, di abusi di ufficio, di malversazioni e di altro.

Il tutto – dieci anni – è girato attorno alla disputa tutta tecnica se fare o non fare i prefori pilota prima di realizzare una galleria di 39 kilometri bucando l’Appennino dalla Liguria al Piemonte.

Non pare superfluo aggiungere che il terzo valico è tornato oggi di grande attualità: il governo Berlusconi lo ha inserito nelle opere strategiche ,è stato deciso il finanziamento di 750 milioni di euro per realizzare il primo stralcio costruttivo. Si pensa di far approvare quanto prima anche il secondo stralcio costruttivo, posto che lo scorso mese è stato siglato un accordo fra le Ferrovie SpA e il concessionario COCIV che consentirà di riprendere i lavori dal prossimo mese di settembre.

Sia i tecnici delle ferrovie sia i tecnici della società costruttrice confermano che i lavori compiuti con i prefori sono stati assai utili e di straordinaria importanza.

Nel frattempo anche le forze politiche che nel 1993 osteggiavano la realizzazione del terzo valico, oggi hanno maturato un diverso convincimento: per la realizzazione del terzo valico ferroviario Genova – Milano enti locali (comuni, province, regioni interessate) forze politiche di maggioranza e di minoranza sono convergenti nel dire si faccia e si faccia in fretta.

Tenevo molto a fornirle questa ricostruzione dei fatti al termine della quale mi consentirà di dire che in qualità di parlamentare allora eletto in Liguria sono orgoglioso di ciò che ho fatto.

L’orgoglio che mi deriva per ciò che ho fatto viene spesso controbilanciato dalla cattiva pubblicità che sono costretto a subire a causa di questa vicenda.

Rimango a disposizione Sua e dei suoi collaboratori per eventuali ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti

* Senatore, presidente commissione Infrastrutture del Senato della Repubblica

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