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“Vincere le elezioni. Anyway”

Romney
Scritto da vocealta

RomneyLa sfida delle Presidenziali americane rappresenta uno straordinario spunto di riflessione per la politica italiana. Non solo perché negli Stati Uniti ci si interfaccia con un bipartitismo quasi perfetto – esistono in realtà altri partiti oltre a quello Democratico e Repubblicano seppur di minor rilevanza elettorale – ma perché ciò porta con sé un vero bipolarismo concettuale e programmatico.

Nel dibattito politico americano, infatti, si scontrano due concezioni totalmente opposte su come gli USA debbano affrontare le sfide attuali e, dunque, guardare al futuro. Da una parte il blocco democratico che, difendendo la linea dell’Amministrazione Obama, si fa promotore di politiche di stampo sociale, una piena applicazione del Welfare State a tutela delle fasce più deboli della popolazione con incremento dell’offerta di servizi pubblici e derivante aumento dell’imposizione fiscale per i ceti più ricchi.

Dall’altra, invece, i Repubblicani, ideologicamente contrari all’utilizzo della leva tributaria e fiscale, promuovono una linea di razionalizzazione della spesa pubblica e una semplificazione normativa che possa permettere alle piccole imprese di tornare a investire e a creare posti di lavoro. Due diverse visioni che, incredibilmente, partono dallo stesso punto di osservazione. Due diverse culture. Una più vicina all’esperienza europea con uno stato centrale quasi materno, l’altra tipicamente di ispirazione anglosassone che fa dell’iniziativa privata il fiore all’occhiello della propria economia.

La certezza del pubblico contro l’efficienza del privato. E in questo dualismo inconciliabile si inseriscono perfettamente le figure dei due candidati, le cui storie personali sono tanto lontane quanto i loro programmi. Un dualismo affascinante perché lascia la palla all’elettore, chiamato alla responsabilità di valutare e scegliere. In Italia assistiamo a una confusa, rabbiosa e furiosa contrapposizione che mette le idee e le proposte sempre in secondo piano. Il multipartitismo italiano, inoltre, ha portato a una vicendevole contaminazione dei programmi che, eccezion fatta per le compagini politiche estremiste, tendono a confondersi o a non essere alternativi gli uni agli altri, con il risultato che non ci si scontra solo su programmi e fatti ma anche su persone e pregiudizi.

Ciò che, invece, caratterizza il sistema elettorale statunitense è l’alternanza vera, sia in termini di partito al governo che di programmi. In particolare, la campagna presidenziale del 2012 ha accentuato ulteriormente la contrapposizione tra i due principali player, facendo emergere ancora più distintamente le differenti visioni del futuro dell’intero Paese. Due visioni che offrono all’America l’opportunità di scegliere il proprio destino. E che, appunto, richiamano ogni elettore alla responsabilità della scelta e all’autodeterminazione del proprio futuro.

Tratto da “Come vincere le elezioni. Anyway” – pamphlet scritto da Martina Sassoli per la fondazione Cristoforo Colombo per le libertà nella collana “I diari di bordo di Caravella.eu” – scaricabile gratuitamente all’indirizzo www.caravella.eu

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