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Ballottaggi/ Un voto determinato da età e web

ballottaggi-2011
Scritto da vocealta

ballottaggi-2011È fatta! Che peccato per la Moratti, che peccato per Lettieri, che peccato per il Popolo della Libertà.

Soprattutto, però, che gran peccato per questo Paese, se l’unico commento –banale e semplicistico – sui risultati di queste amministrative parla di “batosta per il Pdl”. Silvio Berlusconi ha perso, ma ha perso perché la gente ha voglia di cambiare. E il Pd? La famosa vittoria di ieri nelle due città strategiche non è del Partito Democratico. Anzi. Non è difficile leggere, e nemmeno troppo tra le righe, la vittoria di Pisapia e De Magistris come l’indicatore del vero fallimento del Partito del Lingotto. Un partito che non è mai stato in grado di erodere consenso a Berlusconi, ma che – come dimostrano il caso di Milano e di Napoli – non è stato nemmeno capace di intercettare lo scontento di una nazione. Avrebbe dovuto cambiare il sistema partitico italiano e portare in fondo una vera e propria rivoluzione culturale, ed invece deve ringraziare l’Italia dei Valori e Sinistra e libertà per aver portato a casa la capitale del Nord e quella del Sud.

Allora davvero Di Pietro e Vendola hanno in mano il consenso? Con ogni probabilità non è così, anche perché non dimentichiamo che si tratta di amministrative e quindi la gente ha votato i sindaci non i partiti. Non si può negare loro, peró,il merito di aver compreso il cambiamento e il rinnovamento dell’elettorato, ma soprattututto di aver intuito quale fosse il vero strumento per vincere questa partita: il web. Negli ultimi due anni, la penetrazione di internet in Italia è cresciuta molto: grazie alla diffusione dell’utilizzo dei social network e al moltiplicarsi dei blog e delle testate online, l’informazione arriva alla gente passando per i monitor, gli smartphone e i tablet. Nello stesso tempo, l’elettorato si è modificato naturalmente: molti ultraottantenni hanno smesso di votare, molti cinquantenni hanno deciso di approcciare – spesso con buoni risultati – le nuove tecnologie e, fattore fondamentale, sono arrivati alla fine del voto i primi “nativi digitali”.

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