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«Non si chiama Budget Bozzo!». Un pamphlet per ricordare don Gianni Baget Bozzo

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Scritto da vocealta

baget_bozzo_con_berlusconiNel terzo anniversario (8 maggio 2009) dalla scomparsa di un padre nobile del centro destra, don Gianni Baget Bozzo, Claudio Scajola ha voluto ricordare l’amico attraverso la realizzazione di un Diario di bordo dedicato alla vita e al patrimonio ideale del sacerdote genovese. Il pamphlet – scaricabile da oggi gratuitamente dal sito della rivista Caravella.eu (www.caravella.eu) – si rivolge anzitutto ai giovani, in particolare a coloro i quali non hanno avuto la fortuna di conoscere don Gianni direttamente o che ne conoscono solo superficialmente il pensiero. Per questo è stato scelto un titolo provocatorio, che storpia il suo nome da Baget in Budget. In questi anni, con rare e lodevoli eccezioni, è stato fatto così poco per valorizzare il portato di idee, analisi, valori di questo straordinario intellettuale che non è poi così difficile incontrare errori come questo. L’auspicio è che questo Diario di bordo contribuisca ad arricchire la memoria del popolo dei moderati che possono vantare una storia e un’elaborazione culturale e politica di cui andare fieri ma che purtroppo, assai spesso, ignorano. Il pamphlet della fondazione Colombo è firmato tra gli altri da Silvio Berlusconi, Rocco Buttiglione, Simone Baldelli, Sandro Bondi, Annagrazia Calabria, Andrea Camaiora, Simone Crolla, Ugo Finetti, Claudio Scajola.

Scrive Silvio Berlusconi nella pubblicazione della fondazione Colombo: “A tre anni dalla sua scomparsa, ricordo don Gianni con tutto l’affetto e con tutta la riconoscenza dovuti ad un amico leale e generoso. In lui ho ammirato l’uomo di acuta intelligenza e di profonda cultura, sempre pronto a prendere posizioni coraggiose, fuori dal coro, sempre innovative. In questo momento di crisi di tutti i valori ci mancano le analisi di don Gianni sulla politica e quel suo convincimento che occorresse dare vita a un soggetto politico forte, in grado di unire l’ispirazione socialista e i principi liberali ai valori del cristianesimo”.

Nel capitolo dal titolo “Nel pantheon dei maestri di libertà”, Claudio Scajola sottolinea: “L’eccezionalità della sua personalità gli ha consentito di entrare in contatto e di sviluppare un’intesa con alcune delle figure più eminenti della storia dell’Italia repubblicana, da Dossetti a De Gasperi, da Moro a Taviani, da Tambroni a Siri, Craxi e infine Berlusconi, restando profondamente coerente alla sua fede cristiana e al suo ideale politico. Don Gianni riusciva a trasmettere il senso dell’incredibile rivoluzione introdotta in Italia nel 1994: l’abbandono dell’ideologia per guardare all’uomo, ai suoi bisogni, alle sue speranze. Le sue scelte politiche, culturali e religiose riflettono i diversi passaggi di un itinerario tormentato fuori dagli schemi ma, proprio per questo risultato, di una sfida intellettuale affascinante”.

Rocco Buttiglione osserva nel pamphlet: “Per don Gianni Baget Bozzo i movimenti politici avevano una anima. I movimenti hanno una forma che determina ciò che essi possono diventare, il loro destino. L’anima dipende da una serie di evidenze e di opinioni originarie che definiscono la identità propria di un movimento. Da questa forma non è possibile staccarsi senza diventare un’altra cosa, senza perciò perdere la propria anima. La scelta di Baget a favore di Berlusconi costituisce la continuazione coerente di quella a favore di Craxi e viene fatta per le stesse ragioni. Del berlusconismo Baget è stato il difensore ed il teorico. Teologicamente Berlusconi era colui che emancipava il popolo cristiano dalla subordinazione ad una èlite culturale dossettiana non popolare ma dominante all’interno del cattolicesimo italiano perché capace di controllare lo snodo decisivo fra impegno ecclesiale ed impegno politico”.

Per la coordinatrice nazionale dei giovani Pdl, la deputata Annagrazia Calabria, “A don Gianni dobbiamo gran parte della nostra formazione, quando incerti compivamo i primi passi dell’impegno politico. A lui dobbiamo la crescita della Berlusconi generation che anima oggi tante amministrazioni locali e, ovunque in Italia, è la miglior testimonianza dell’avventura politica inaugurata nel 1994”.

Scrive il senatore Sandro Bondi: “Don Gianni è stato una sorta di predicatore evangelico americano, attratto dalla potenza etica del ‘credo laico’ come dal connubio, individuato da Benedetto XVI nel suo viaggio negli USA, da una forma di fede che costruisce una cultura laica e da una politica che garantisce le condizioni di una cristianità non supìna alla ‘Grande Bestia’, secondo Simone Weil, vale a dire lo Stato. Ciò che manca alla storia del Popolo della Libertà, della quale don Gianni ha solo intravisto i primi passi, è proprio la forza del pensiero e della parola di questo nostro indimenticabile amico”.

La collana «I Diari di bordo»

I «Diari di bordo di Caravella.eu» sono i pamphlet digitali editi dalla fondazione Cristoforo Colombo per le libertà, presieduta da Claudio Scajola. Si tratta di strumenti utili all’approfondimento e all’analisi politica, un contributo che la fondazione non riserva ad un ristretto club di amici ma che offre come contributo, in primo luogo ai moderati che possono trovare nella concretezza degli argomenti e nella comunanza delle risposte, il fondamento di una unità politica necessaria per il futuro dell’Italia. Nella collana dei Diari di bordo sono già stati pubblicati e diffusi: «Si fa presto a dire… cittadinanza!»; «Ici e Chiesa: fare chiarezza»; «Italia 2011. Un anno difficile»; «Ungheria. Un Paese libero»; «Ici e Chiesa: non passiamo per fessi»; «Nuove riflessioni sulla cittadinanza».

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