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Cosa nostra (ovvero la mafia vera) e gli omicidi di una volta

Un delitto di mafia “alla vecchia maniera”, come scrive Giovanni Bianconi sul Corriere di oggi.
Davide Romano, figlio del boss Giovan Battista strangolato e sciolto nell’acido, è stato ritrovato la settimana scorsa – dopo essere sparito dalla circolazione per due giorni: seminudo, in mutande, incaprettato e chiuso nel bagagliaio di un’auto rubata (una Fiat Punto bianca). Aveva 34 anni ed era stato scarcerato a fine febbraio scorso, dopo aver scontato una condanna per mafia e droga (anche se l’accusa non è mai stata formalizzata, sono in molti a ritenere che fosse tra i killer di Leopoldo Cancelliere perché convinto che avesse partecipato all’omicidio del padre).
Potrebbe trattarsi “solamente” di questioni legate al traffico di stupefacenti ma, secondo Bianconi, c’è un messaggio che la mafia ha voluto far passare chiaro: Cosa nostra è tornata ad uccidere.
È passato qualche anno da quando notizie così erano all’ordine del giorno. E francamente un po’ tornano a smuovere le nostre coscienze.
Se ieri sera si passeggiava dalle parti di piazza Montecitorio si riusciva a distinguere, tra le mille parole urlate, solo un grido – sempre quello – chiaro e forte: «Ma-fio-si, ma-fio-si!». In questi anni il rancore di certi italiani verso la politica è cresciuto, fino a tradursi (vedi Il popolo viola) in un attacco quotidiano alla nostra classe politica. Forse però si è anche un po’ perso il senso delle cose, forse l’illusione di aver vinto alcuni dei morbi del nostro Paese ci ha fatto dimenticare la realtà. E cos’è davvero la mafia.

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