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UNITA’ D’ITALIA: APPELLO AI LEGHISTI

Questo nostro “Today” della nuova “A voce alta” lo dedichiamo ai leghisti in occasione dei festeggiamenti dell’unità d’Italia.
Evitateci, se possibile, le pagliacciate. Se proprio non vi va di festeggiare, non festeggiate. Andate a lavorare oppure siate mesti tutto il giorno, ma evitateci sceneggiate prive di memoria.
La Lega Nord è un grande partito e ha ormai una lunga storia. La propaganda antiunitaria non serve più! Prendete voti anche nelle Marche e presto li raccoglierete pure nel Lazio e in Abruzzo. Tra cinque anni in Puglia, dopo Vendola, potremo avere un governatore leghista o almeno sostenuto dal partito di Bossi che non si chiamerà più Lega nord ma semplicemente Lega.
Cari leghisti, leggetevi l’inno d’Italia, è così bello. Più bello di come l’ha declamato Benigni! C’è spazio per Roma e pure per Genova. “Dovunque è Legnano” – recita l’inno scritto dal giovanissimo Mameli – e quindi in quei versi c’è anche la memoria delle battaglie del Carroccio, di Alberto da Giussano, del film “Barbarossa” alla cui produzione il Senatur teneva tanto anche se si è rivelata una delusione. Nell’inno c’è la nostra fede cristiana, che le Lega difende “l’Unione, e l’amore rivelano ai Popoli le vie del Signore”. Ma dico: che volete di più?
Nell’inno c’è anche Milano, accomunata a Cracovia e alla Polonia dall’oppressione del regime austriaco: “Già l’Aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia, il sangue polacco, bevè col cosacco, ma il cor le bruciò”. W Milano, W Genova, W Roma, W l’Italia. Dovunque è Legnano…

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