Sempre più studi dimostrano una stretta correlazione tra uso intensivo di social e salute psicofisica degli utenti
Condividere momenti felici. Piacere agli altri. Apparire intelligenti, impegnati, con una vita soddisfacente. Belli. È questo il trend che spopola, più o meno consapevolmente, sui social. Sia che si parli di Facebook, Instagram o Twitter, l’obiettivo degli utenti non cambia, e il continuo confronto con immagini di fisici scultorei e diete miracolose per linee perfette non fa che spingerli ad un confronto ossessivo fra se stessi e gli altri che a lungo andare si dimostra nocivo e deleterio.
L’idea di dover piacere a tutti ad ogni costo aumenta il desiderio di ritocchi estetici, insieme a una crescente ossessione per il cibo e per diete proibitive, rendendo sempre più plausibile il presentarsi di vere e proprie patologie.
Il fenomeno cresce così velocemente da aver attirato l’attenzione di studiosi di tutto il mondo. La letteratura degli ultimi tempi si riempie di studi sull’argomento, che invitano a non trascurare il problema.
L’associazione Eurodap, per esempio, ha indagato, attraverso un sondaggio rivolto a 500 persone –uomini e donne tra i 16 e i 54 anni- la frequenza di alcuni comportamenti a rischio, mettendo in luce come quasi l’80% dei utenti ammetta di essere influenzato non solo dai social, ma in particolar modo da influencer e personaggi famosi. Più del 60% vorrebbe ritoccare il proprio corpo se avesse le possibilità economiche. Questo perché il confronto continuo a cui si è sottoposti on line comporta spesso un calo di autostima, che colpisce quasi indifferentemente uomini e donne, vergogna verso sé stessi e il proprio aspetto fisico considerato inadeguato rispetto ai canoni vigenti.
«L’immagine corporea è costantemente messa a confronto, attraverso le pubblicazioni condivise di foto e video sui social, con quella di qualcun altro e, da lì, sottoposta giudizio» spiega Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente Eurodap. «Tali piattaforme spesso descrivono, però, un mondo lontano dalla realtà, che rischia di esortare a mettere in atto comportamenti anche molto dannosi, spesso per imitazione».
Un altro studio, svolto dalla Royal Society for Public Healt (RSPH) ha invece evidenziato come i social possano condizionare in più modi non solo la salute fisica, ma anche quella mentale. Molti dei giovani intervistati hanno parlato di ansia crescente collegata a “fear of missing out” ovvero la paura immotivata di perdere qualcosa di importante che un individuo prova quando non ha la possibilità di connettersi.
Si parla inoltre di ansia, frustrazione, fino ad arrivare a disturbi del sonno e alla depressione vera e propria. Si tratta, quindi di una vera e propria dipendenza, legata al bisogno di affermazione della propria identità e una tendenza narcisistica a condividere le proprie esperienze e opinioni, che vede i social vetrine perfette per l’esposizione di sé.