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La Ue si muove contro le fake news

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Un allarme perentorio arriva dal commissario Ue alla sicurezza Julian King, che ha presentato l’attesa manovra anti-fake news dell’Unione. Secondo King «la manipolazione della pubblica opinione attraverso le fake news è una minaccia reale alla stabilità e alla coesione delle nostre società». Proseguendo, il commissario ha spiegato che queste operazioni sono spesso supportate da «attori stranieri» citando la Russia come esempio che «riconosce esplicitamente nella sua dottrina militare la disinformazione come strategia di guerra». 

Le misure che la Ue prenderà per contrastare il fenomeno delle fake news spazieranno dai social network, Facebook e Twitter in primis, ai media tradizionali per spingerli a produrre informazione di qualità. È attesa inoltre la nascita di una piattaforma per chi si occupa in maniera qualificata di fact-checking, la prima creata dall’Unione. Tuttavia, fanno sapere dalla Commissione, il codice di buone pratiche per i social non acquisirà nessun carattere di vincolo giuridico. Quest’ultimo infatti sarà oggetto di analisi dell’esecutivo comunitario, che deciderà in seguito se attuare una vera e propria legislazione anti fake news.

Fra le intenzioni della Commissione c’è quella di creare un forum altamente qualificato dove possano incontrarsi le piattaforme, gli operatori del settore pubblicitario, quelli dei media e gli esponenti della società civile per una lotta coordinata contro la cattiva informazione. Proprio questo gruppo stilerà entro luglio il Codice sulle pratiche da usare nella gestione dei social network, del quale Bruxelles valuterà le conseguenze già a ottobre

Le linee dettate dall’esecutivo dell’Unione spingeranno i gestori dei social a contenere ed esaminare le pagine che si avvalgono del cosiddetto click-baiting, moderando anche la possibilità del targeting mirato nella comunicazione politica. I social dovranno inoltre garantire la trasparenza delle sponsorizzazioni a sfondo politico, contrastando tenacemente i profili falsi e quelli che compiono operazioni di trolling, oltre ai bots che veicolano le fake news. Per gli utenti dovrà essere più semplice valutare l’attendibilità della fonte, evidenziando i contenuti qualificati accanto alla possibilità di segnalare le fake news. Infine i gestori dei social dovranno assicurare la diversificazione dell’informazione e la disponibilità per i ricercatori di analizzare gli algoritmi e il fenomeno della disinformazione sulle piattaforme.

Dal canto suo, la Commissione creerà entro l’estate una rete europea indipendente di fact-checkers ed entro l’autunno una piattaforma europea sul tema della disinformazione che sosterrà l’operato del fact-checking. Infine l’esecutivo comunitario proporrà un nuovo bando per la produzione e diffusione di informazione di qualità sul territorio dell’Unione, che promuova la diffusione di notizie strettamente legate ai dati. 

 

Bruxelles chiede agli stati membri di «prendere in considerazione schemi di aiuti pubblici orizzontali per rispondere ai fallimenti del mercato che danneggiano la sostenibilità del giornalismo di qualità». L’invito prosegue parlando di «misure di sostegno per attività specifiche come formazione giornalistica, innovazione di prodotti e servizi di informazione». 

 

Alla fine dell’anno saranno valutabili gli impatti che le misure Ue hanno avuto sul fenomeno della disinformazione, in un momento in cui tutti i paesi membri si staranno affacciando al 2019, anno delle prossime elezioni europee

 

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