Politica

Elogio del federalismo responsabile

Sì, il federalismo in fondo è già tra noi. Si vive sui giornali e nelle tv. Si avverte in maniera evidente nelle polemiche degli ultimi giorni.
L’austerità non piace. I tagli male si addicono alla pubblicistica della politica. Sanno tanto di sacrificio e di angoscia. E poco di sogno e di speranza.
Ma il periodo che l’Italia sta attraversando è troppo importante per perdersi in tali sottigliezze: il paese dei balocchi, dopo anni di bagordi, sta per chiudere i battenti. Al suo posto sarà edificato qualcosa di diverso. O almeno così si spera.
Tutte le trasformazioni epocali, però, comportano confusione e sofferenza. E soprattutto resistenza e scetticismo. Da parte di chi non vuole mollare i privilegi o da parte di chi sfrutta, in maniera strumentale, la paura per l’ignoto e spera di delegittimare il progetto rimettendo tutto in discussione. Giorno dopo giorno, fino a quando il conservatorismo prenderà il sopravvento.
Sì parla di equità, sussidiarietà, solidarietà. Ma troppo spesso ci si dimentica della responsabilità. Principio cardine su cui costruire un futuro decente per le prossime generazioni.
E’ questa la vera sfida del federalismo: favorire l’avanzata di una classe dirigente attenta e affidabile, che sa fare bene i conti e non gioca alla politica come se fosse al tavolo del monopoli. Che ci mette la faccia fino in fondo. Che interpreta i bisogni del territorio e sa farli valere, ma che concepisce lo Stato come una risorsa e non come la manna che cade dal cielo. Che non confonde il  localismo con il  campanilismo, lo sviluppo con il clientelismo, la politica con un feudo personale da gestire tramite soldi, incarichi e potere.
Utopie? No, se il sistema muta (e inevitabilmente con esso i suoi principali protagonisti). Se la logica delle “consulenze” e dei finanziamenti a pioggia, prima di ricevere una flebile e scontata condanna morale e culturale, viene scoraggiata da regole nuove e certe.
Se il bene comune, pane quotidiano dell’infinta schiera dei moralizzatori italici, diviene una volta per tutte la vera priorità. Grazie a un federalismo che lascia poco spazio a scorciatoie e furberie.
La rivoluzione non è quindi solo mediatica. Ma possibile e reale.
Basta  solo avere un po’ di coraggio.

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