Politica

Ragusa Ibla e il destino di un mondo che non esiste più

Nei giorni scorsi tutti i principali quotidiani hanno ripreso i risultati di un’indagine che premiava le venticinque località balneari italiane più a misura di bambino.
La ricerca, condotta dall’Università Bicocca di Milano, suggeriva alle famiglie con prole quei posti che meglio si possono confare alle esigenze dei minori di 6 anni, con la natura che regna incontaminata, il mare poco profondo ed i pericoli lontani ricordi lasciati in città.
A parte rare eccezioni,i luoghi prescelti sono poco noti e l’immagine più ricorrente di quanto starà avvenendo in diverse famiglie nostrane è dunque di discussioni tra genitori e figli più grandi, oppure anche semplicemente tra mogli e mariti. Dove le prime sono notoriamente più attente alle esigenze dei pargoli, mentre i secondi storcono con una certa facilità la bocca innanzi alla prospettiva di dieci giorni a base di sabbia, acqua salata e poco altro.
Ebbene,le cose non stanno proprio così.
In buona posizione nella speciale classifica vi è infatti la spiaggia di Scoglitti, pochi chilometri distante da Ragusa.
Il destino del capoluogo di provincia più a sud d’Italia è stato sempre segnato dalla vicinanza con città ben più conosciute come Siracusa o Catania. Ed è in larga parte simile a quello che spesso accade nel belpaese: troppi capolavori artistici troppo concentrati che fanno lasciar da parte meraviglie che in qualsiasi altro luogo del mondo verrebbero invece gelosamente custodite e pubblicizzate.
Ragusa è esattamente questo: un posto in cui la parte antica della città, Ragusa Ibla, non teme il confronto con niente e nessuno.
L’immagine che si ha lungo la statale che da ovest si inerpica sino a questa collina di 400 metri è di un magnifico presepe arabeggiante, con richiami all’epos greco-romano e medievale. Un’immagine che sarebbe sufficiente a giustificarne una visita, specialmente nelle serate estive, da qualsiasi parte della Sicilia si arrivi. Figurarsi da Scoglitti, distante 30 chilometri più a valle. Poi le chiese in tardo stile barocco, svariate decine, che da sole testimoniano un passato prospero e glorioso ed hanno in larga parte contribuito all’inserimento di Ragusa Ibla tra i siti patrimonio dell’Unesco. Od anche solo i paesaggi che si possono ammirare dalla sommità della collina, che tanto ricordano le atmosfere della Valle dei Templi di Agrigento o le Bucoliche di virgiliana memoria. In cui il tempo sembra essersi fermato al secolo scorso, e dove gli anziani, ben consci, accettano sornionamente la calura estiva tra una partita a carte ed un racconto della propria infanzia.
Anche la malavita sembra essersi dimenticata di questi luoghi. Commissario Montalbano a parte.

Riguardo l'autore

vocealta