Politica

Esclusiva: intervista a Giulio Gervasi (Ufficio stampa Pdl)

Abbiamo incontrato, per la rubrica “Gli Sgobboni”, un pezzo di storia dell’ex Forza Italia: Giulio Gervasi. 31 anni e non sentirli. Attualmente lavora nell’ufficio stampa del Pdl, ma ha alle spalle un’esperienza decennale nel mondo della comunicazione politica: militante sin da giovanissimo, dal 2002 al 2005 è stato nello staff del vicepresidente alla Regione Lazio Giorgio Simeoni, per poi passare nella sede di Fi come assistente dell’Onorevole Giro, allora coordinatore regionale per il Lazio, senza mai smettere la ‘vita’di partito. Da allora collabora con l’Ufficio stampa del partito. Ama i film americani degli anni  ‘60 e se fosse americano avrebbe votato Mc Cain. Divora libri di storia e saggi di politica. Vorrebbe scrivere un libro storico sulla nascita di Forza Italia, in onore al prossimo ventennale.
Un pronostico per le prossime elezioni regionali.
Seguo moltissimo i sondaggi, anche se in questo periodo per par condicio non ne possiamo parlare. La mia opinione personale è che porteremo a casa un 7 a 6 per la sinistra. Ci siamo giocati male la carta Puglia, ma sono fiducioso nella presa del Lazio. Per quest’ultima vittoria sarà fondamentale una campagna last-minute su come si vota. E’ l’unica strada. Contare sul monito della chiesa è da illusi.
Buone e cattive alleanze: dammi una tua resa dei conti per il Pdl
Molto bene in Campania e in Calabria. Lo stesso Lazio, salvo il caso delle Liste, aveva mandato avanti una campagna elettorale degna di questo nome. Perplessità per le alleanze scelte in Piemonte e Liguria, ma in quest’ultima c’è da dare atto al grande aiuto che sta dando Scajola, nonostante gli impegni del ministero. Grande delusione invece per la Puglia: uniti si vinceva nettamente su Vendola. L’attuale Governatore infatti è un populista furbo e coraggioso, ma se avesse avuto un unico avversario forte non sarebbe riuscito a far prevalere la sua strategia politica su cinque anni di amministrazione disastrosa.
Sei nato con Fi e prosegui nel Pdl: tra voi addetti ai lavori è stata invasione barbarica o pacifica convivenza?
Pacifica convivenza senz’altro. Non sempre facile, come in tutti i rapporti di lavoro, ma posso dire con certezza che per motivi dipendenti da diverse ideologie politiche non c’è astio o attrito tra nessun ufficio.
Che periodo storico del passato ti ricorda la politica di oggi?
Penso al terrorismo degli anni di piombo. Mi spaventa il clima d’odio che si respira e una lotta politica sempre più agguerrita per la vittoria sulle apparenze, piuttosto che sui contenuti. La mente mi richiama anche al periodo di fine prima Repubblica, con la sola differenza che il giustizialismo oggi è diventato un partito.
Dimmi in ordine d’importanza i quotidiani che leggi la mattina.
Giornale, Libero e Corriere della Sera sono sul podio, mentre l’ordine con cui leggo gli altri dipende da come sono messi sulla scrivania. Non leggo il Fatto e L’Unità. Quest’ultima solo perché negli ultimi anni ha perso in qualità. Tra i siti internet prendo ottimi spunti politici dall’Occidentale che in area liberale è uno dei migliori.
Ti chiedono di scrivere una scenografia sulla politica di questi tempi: come la intitoleresti?
L’Italia dei nostri giorni. Un titolo semplice, ma diretto, che fa capire quanto il nostro Paese non segue la politica, ma la subisce notevolmente.
Berlusconi e Fini: chi butteresti dalla torre?
Butto Fini. Non lo vedo più come un leader di destra e soprattutto non segue più un modello liberale di destra. In poche parole secondo me non sa ancora quello che vuole fare da grande. E’ pur vero che i giornali non gli danno una grande mano per farlo risultare simpatico.
Bossi è un caro amico o un caro nemico?
Un alleato fedele e l’ha dimostrato sempre, almeno da quando c’è stata la riappacificazione. Prima era il periodo post-tangentopoli e nel ‘94 né Forza Italia, né la Lega, erano partiti maturi. Il rapporto tra i due leader non era solido tanto quanto oggi. Non dimentichiamo inoltre che un uomo come Tremonti è da considerare oggi il vero trait d’union che ha fortificato l’alleanza tra i due.
Un politico dei giorni nostri a cui dedicheresti una via?
Sandro Bondi. E’ un uomo che ha saputo prendere forti decisioni nonostante gli ideali politici di gioventù e in questo periodo ha fatto un percorso in divenire, dando dimostrazioni di tanto Fi quanto il Pdl di oggi.
Veline. E’ un tema caldo anche in questa campagna elettorale: c’è qualcuna di loro che ti senti di riabilitare agli occhi dell’opinione pubblica?

Ci pensano da sole a dimostrare quanto valgono. Ci tengo però a sottolineare una cosa che i giornali non dicono mai: l’attuale Ministro Mara Carfagna ha militato in An fin da giovanissima, dato che il padre era un assiduo frequentatore del vecchio MSI, e mentre lavorava in televisione era responsabile del movimento femminile Azzurro Donna in Campania,un’esperienza che è stata il trampolino di lancio per molte giovani donne della politica.
Il prossimo Presidente del Consiglio?
L’unica persona che può proseguire il lavoro del Presidente Berlusconi è l’attuale Ministro Brambilla. Lei è l’unica persona di cui il Premier ha fiducia e stima e lo ha dimostrato con i Promotori della Libertà in questi giorni.

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