Politica

Katyn, la memoria ritorna

Polonia e Russia sono sempre più vicine. Il passato resta, ma la Storia va avanti e tra i due Paesi slavi dopo l’incidente in cui ha perso la vita l’ex presidente della Repubblica Kaczynski insieme a larga parte della classe dirigente polacca la via della completa riconciliazione sembra ormai imboccata.
Putin e Medvedev ci hanno messo un certo impegno, ben sapendo che è meglio costruire relazioni amichevoli con il vicino e indomito popolo polacco. Ma anche Varsavia ha fatto la propria parte: prima con il lavoro del premier Donald Tusk e ora con il nuovo presidente della Repubblica, Bronislaw Komorowski.
Komorowski e Tusk appartengono allo stesso partito, la forza moderata “Piattaforma Civica”, e hanno da sempre mostrato apertura nei confronti dei russi, a differenza dell’altro grande partito polacco, “Legge e Giustizia”, che proprio attraverso i gemelli Kaczynski non aveva mai lesinato critiche a Mosca.
Oggi un nuovo passo è stato compiuto. La Russia consegna alla Polonia altri venti documenti sul massacro di Katyn del 1940. Saak Karapetyan, capo dell’ufficio legale internazionale del procuratore generale, ha dato in custodia al diplomatico polacco Piotr Marciniak due scatole contenenti altre prove delle responsabilità sovietiche dell’eccidio. Furono circa ventimila gli ufficiali polacchi uccisi nelle foreste di Katyn per ordine di Stalin. Per oltre quarant’anni, tuttavia, l’Urss riuscì a far passare – anche tramite la severa punizione di chi sosteneva il contrario – la versione menzognera secondo cui la strage era stata opera della Germania nazista. Solo con Boris Eltsin, nel 1990, la Russia ammise le responsabilità dell’Armata Rossa
Secondo Karapetyan, nei nuovi documenti forniti a Varsavia ci sono ulteriori prove dei processi sommari, dell’esecuzione e del seppellimento delle vittime polacche. Già nel maggio scorso, il presidente russo Dmitry Medvedev aveva aperto gli archivi, consegnando 67 faldoni a Komorowski. Un episodio, quello dell’incidente, che oltre a riavvicinare politicamente i due paesi ha riportato sulla stampa la questione di Katyn: Kaczynski e il resto della delegazione polacca precipitata erano infatti destinati proprio a una commemorazione della strage.
Come tutte le grandi tragedie della Storia, Katyn è ancora destinata a far parlare di sé. Come segnala il New York Times alcuni storici russi, pur non negando più le responsabilità di Stalin, definiscono la strage una ritorsione per il massacro di soldati russi da parte dei polacchi dopo il fallito tentativo di occupazione della Polonia da parte dei bolscevichi nel 1919-1920. Si tratta, è bene ricordarlo, di quando i polacchi nell’indifferenza e nella solitudine generale nell’estate del 1920 salvarono l’Europa dalla minaccia comunista sconfiggendo l’esercito sovietico alle porte di Varsavia.

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