Politica

Se il garantismo basta e avanza

La questione morale ti fa bella, ti senti molto meglio. Ti fa stare tre metri sopra il cielo. Così da poter guardare gli altri dall’alto verso il basso, con quell’appagante senso di superiorità e con quella sufficienza che puoi manifestare, dal tuo bel salotto, con sorrisini e ammiccamenti.
Gli altri non possono capire, troppo rozzi per comprendere la tua purezza. E non sanno, poveracci, che sotto quel caviale si nasconde un bel forcone. Ma la questione morale, rivolgersi ai superstiti del Pci, ti fa pure perdere il senso delle cose e della realtà. Ti allontana dal mondo, ti rende odioso e intrattabile. Fino a farti diventare noioso e persino inutile.
Mentre la vita continua, tu resti lì, con i tuoi principi, a predicare bene e razzolare male, fino a quando il fido cagnolino, eroico sopravvissuto ai tuoi discorsi, decide di mostrarti la coda e di abbandonarti al tuo triste destino.
Quindi non bisogna troppo abbassare la guardia. C’è chi oggi, nel Pdl, nella trappola ci è cascato con tutte le scarpe. E purtroppo, stando alle ultime interviste, i nuovi moralizzatori sono pure in aumento. Colpa come sempre di quell’onda emotiva che influenza la parte più debole della politica, annebbia le coscienze e fa emergere bassi istinti e banalità.
L’Italia manettara ha già dato. E il passato dovrebbe servire a qualcosa. Il miracolo del Cavaliere consiste proprio nell’aver portato al trionfo, dopo i fasti di Tangentopoli, una formazione politica votata al garantismo e al liberalismo. La seconda repubblica doveva nascere giustizialista, gli elettori decisero di sovvertire un disegno che sembrava già scritto.
E adesso? No, non sarebbe opportuno fare un passo indietro. Un’inchiesta, si sa, non equivale mai a una sentenza. Bisogna ragionare in termini di meritocrazia politica e non strumentalizzare il lavoro delle procure. Premiare, nel partito, chi lavora bene rispetto a chi non fa il proprio dovere o è privo di capacità. Selezionare con maggior criterio e trasparenza la classe dirigente.
Ma la giustizia, quella vera, è un’altra cosa. Non si contempla con indiscrezioni, logiche del sospetto e nemmeno con gli articoli di un giornale. Ha le sue sedi e i suoi tempi. L’onestà, poi, non può essere sempre venduta a buon mercato per ottenere vantaggi politici. E’ qualcosa di più serio e di più grande.
Qualcuno, nel Popolo della Libertà, ha scelto di imboccare questa comoda strada cavalcando la solita onda. Se ne assume ovviamente tutte le responsabilità. Agli altri, che stanno provando l’ebbrezza dei puri e dei migliori, volando tre metri sopra il cielo, va un affettuoso suggerimento: dal basso si riescono a vedere cose che da lassù non potete nemmeno immaginare (il Predellino).

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