Politica

Donne, Avanti: anche contro chi drammatizza persino un bel film

Non c’è giornale, rivista o fiction che manchi del dichiarato intento di rimettere al centro le donne. Una delle tante conseguenze della crisi economica. Cosa c’entra con le donne? È presto detto: alla fine dell’estate scorsa, il settimanale Newsweek  ha dedicato la storia di copertina al fattore femminile e alla sua utilità per traghettare il pianeta fuori dal credit crunch. Anche la cronaca degli ultimi giorni conferma questo momento d’oro: dal successo di musei come il Macro e il Maxxi, entrambi progettati da donne, fino al fenomeno crescente delle terroriste di Al Qaeda, a loro modo in grado di conquistarsi un posto in un mondo ostile alla donna. Ciò nonostante non mancano coloro le quali, anziché cavalcare intelligentemente questa stagione propizia, interpretano il noioso ruolo delle neofemministe. Da qui il fiorire di dibattiti sulle donne ‘orizzontali’, sul velinismo e sulle quote rosa da applicare sempre e comunque. Un approccio scontato, banale e deludente che, attraverso la penna di Maria Laura Rodotà, esponente di spicco di questa vecchia-nuova tendenza, drammatizza persino un film ‘leggero’ come Sex and the City 2. Colpevole di cosa? Circonvenzione di anziane! Secondo Rodotà, le quattro icone protagoniste sono state trasformate in ‹‹carampane ululanti che offendono le over 40››. E lei si è offesa per davvero, tanto da non vedere il film e da perdersi un’ottima fotografia delle donne di oggi, al netto del lusso sfrenato e dei privilegi di cui le protagoniste del film – per loro stessa ammissione – godono. Altroché ‹‹carampane ululanti››, piuttosto donne in gamba, con figli, con una professione che si scontra quotidianamente con il pregiudizio maschilista. Donne che hanno imparato che la vita non può essere sempre una corsa avida e sfrenata, che ad un certo punto bisogna fermarsi dando valore a ciò che con tanta fatica si è conquistato (“Avanti!” del 15 giugno).

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