Politica

Le origini antiche delle accuse alla Chiesa

Infuriano le polemiche sulla pedofilia. Nuove accuse sono lanciate alla Chiesa e puntano diritto a travolgere la figura di Benedetto XVI. L’attacco, partito in Germania, trova eco in molti Paesi europei, Italia inclusa, e si somma allo scandalo della prostituzione emerso con l’inchiesta su Angelo Balducci che avrebbe dovuto travolgere – secondo le prime indiscrezioni giornalistiche – il sottosegretario Guido Bertolaso.
Anche il teologo Hans Kung è sceso in campo con parole di fuoco pubblicate giovedì dal quotidiano la Repubblica in questo attacco concentrico contro la Chiesa di Roma: ‹‹In nome della verità Joseph Ratzinger, l`uomo che da decenni è il principale responsabile dell`occultamento di questi abusi a livello mondiale, avrebbe dovuto pronunciare a sua volta un ‘mea culpa’››.
A scendere in campo di fronte a questa nuova campagna anticristiana è il cardinal Ruini che ha rintracciato origini antiche nell’offensiva diffamatoria contro la Chiesa di Roma: «rientra in  una strategia che è in atto oramai da secoli e che già Friedrich Nietzsche teorizzava con il gusto dei dettagli. Secondo Nietzsche – argomenta il porporato – l’attacco decisivo al cristianesimo non può essere portato sul piano della verità ma su quello dell’etica cristiana, che sarebbe nemica della gioia di vivere». Per il filosofo tedesco, infatti, la più grande colpa del cristianesimo sarebbe quella di aver depotenziato, rammollito e rattrappito l’umanità, mettendone a tacere le forze vitali attraverso l’etica della mortificazione, del sacrificio, della rinuncia. E’ una lettura falsa e deformata, che però ha fatto breccia in ampi settori delle nostre società.
E così siamo arrivati al cuore delle riflessioni dell’ex presidente della Cei, secondo cui l’obiettivo finale di questa cultura nichilista e radicaleggiante, che trova espressione nelle opere di Nietzsche, è quello di cancellare dal cuore e dalla mente dei popoli europei ed occidentali ogni traccia della concezione cristiana dell’uomo, che ha segnato nel profondo la loro storia. Una concezione per cui «la sessualità umana, fin dal suo inizio, non è semplicemente istintiva, non è identica a quella degli altri animali. È, come tutto l’uomo, una sessualità “impastata” con la ragione e con la morale, che può essere vissuta umanamente, e rendere davvero felici, soltanto se viene vissuta in questo modo». Da quando abbiamo assistito alla «rivendicazione dell’autonomia dell’istinto sessuale da ogni criterio morale», cioè da quando ogni limite all’appagamento di tale istinto è stato abolito nel nome della libertà sessuale, era inevitabile che diventasse difficile «far comprendere che determinati abusi sono assolutamente da condannare». Non è dunque certo colpa della Chiesa cattolica – che semmai è stata ed è vittima del trionfo della mentalità sopra descritta – se determinate pratiche sessuali trovano oggi così vasta diffusione, fino al punto di raggiungere anche qualche sacerdote.
Secondo il vaticanista Gianteo Bordero, allievo di don Gianni Baget Bozzo, ‹‹Questo è il punto di cui oggi nessuno parla, preferendo mettere ipocritamente sul banco degli imputati la Chiesa e il Papa, come se fossero loro – che tra l’altro vengono accusati un giorno sì e l’altro pure, dall’intellighenzia radicale e laicista, di essere i paladini di una morale “sessuofobica” – ad aver alimentato la cultura dell’esaltazione sessuale ad ogni costo, dalla quale non potevano che venire abusi di ogni genere›› (il Clandestino).

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