Politica

Tre idee per il rilancio degli enti locali

Quest’anno Anci Giovane ha smesso di essere una neonata, oggi Anci Giovane guarda avanti, guarda al futuro, oggi Anci Giovane è presente ovunque con realtà consolidate. Questo comporta un certo onere, l’onere di dover elaborare le proprie idee, di sviluppare contenuti, di aprire dibattiti sulle questioni più importanti, dalla finanza locale alle riforme istituzionali.
Oggi voglio lanciare tre idee, che in questi mesi ho condiviso con Giacomo e con molti colleghi che sono qui a Taormina.
Innanzitutto, dato che ho qui di fronte a me autorevoli e storici esponenti ANCI, voglio partire proprio dal mondo associativo degli enti locali.
Cari amici, oggi viviamo un rapporto abbastanza conflittuale con le regioni, dovremo affrontare il federalismo con tutti gli strumenti utili e necessari. Oggi c’è ANCI, poi c’è UPI per le province, poi c’è AICREE poi UNCEM, e poi ancora altre, ma come pensiamo di far valere i nostri interessi se siamo divisi e andiamo ognuno per conto proprio? Non credete sia il caso di federare queste associazioni oppure, chi rappresenta gli enti locali, deve rappresentare sempre e solo una parte del nostro grande e importante sistema? Riprendiamo questo discorso insieme al presidente dell’UPI Castiglione, con l’ANCI che deve assolutamente essere protagonista.
Lancio un’altra di proposta, la seconda: si è parlato spesso di diminuire il numero dei consiglieri comunali, degli assessori, è stata introdotta la norma che prevede la riduzione del numero degli assessori, ci siamo sentiti come uno spreco, come se i 30 euro che prendiamo a gettone di presenza siano determinanti per il debito pubblico. Allora ve la chiedo io una cosa: quando inizierà a diminuire il numero dei deputati e dei senatori, quando inizierà a diminuire il numero dei consiglieri regionali che ormai hanno adeguato la loro indennità a quella dei parlamentari nazionali? Auto blu, trasferte, telefonini, barbieri e parrucchieri pagati? Sappiate che moltissimi ragazzi sono venuti qui a proprie spese! La politica torni ad essere passione e non un mestiere! Perché quando la politica diventa mestiere diventa necessità, e quando diventa necessità diventa sopravvivenza e soldi. I valori che fine fanno? E sia ben chiaro che oggi noi non siamo a chiedere quote giovanili, anzi…
L’ultima proposta che avanzo l’ho presentata questa mattina in Direttivo Nazionale ANCI, in merito alla nomina degli assessori nei comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti. Vi sembra giusto che un consigliere comunale che viene chiamato a ricoprire il ruolo di assessore sia costretto a rassegnare le proprie dimissioni dal consiglio comunale in cui è stato democraticamente eletto? Non credo che dobbiamo estendere la norma prevista per i piccoli comuni nei quali chi è consigliere può contemporaneamente rivestire la carica di assessore. Ma nei comuni sopra ai 15.000 abitanti ritengo giusto che le dimissioni debbano essere date solo in via provvisoria ed il consigliere nominato assessore dal sindaco venga sostituito dal primo dei non eletti della lista in consiglio comunale. Cosicché nel momento in cui il Sindaco decide di revocare la delega all’assessore (ne ha facoltà indiscussa), egli può tornare sui banchi del consiglio e non uscire definitivamente dall’amministrazione dell’ente.
Queste sono solo alcune delle idee che abbiamo in mente e che dobbiamo iniziare a declinare al pari dei corsi di formazione, dei convegni e delle iniziative che ormai da qualche anno portiamo avanti. ANCI Giovane sarà lo strumento di discussione e di approfondimento per tutti.
Per concludere, dico che ANCI Giovane chiede più impegno ai partiti politici per sostenere i giovani nelle istituzioni, perché può essere la carta vincente per non far allontanare i ragazzi dalla politica. Personalmente non sono favorevole al voto ai sedicenni, credo invece sia più logico che in ogni lista si debba avere il coraggio di  inserire più ventenni, come accadde a me nel mio comune sei anni fa! Così si riesce a coinvolgere anche i giovani più svogliati, quelli che leggono i giornali partendo dall’ultima pagina. È questo il nostro appello ai partiti: è arrivato il momento di darsi una svegliata, perché il nostro parlamento sta diventando vecchio: oggi su 630 deputati solo 6 sono di età compresa tra i 25 e 29 anni. Da 25 a 40 invece sono 65, solo il 10%. È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti!
Non chiediamo quote giovani, chiediamo invece che chi fa 5 anni il consigliere comunale la volta successiva se è una persona valida faccia l’assessore, chi fa l’assessore poi diventi sindaco o consigliere provinciale e così via fino alle cariche più alte delle istituzioni, così da lasciare spazio al giovane emergente e alle generazioni successive.
In ANCI molto è stato fatto, 5 dei 20 membri dell’ufficio di presidenza sono under 35.
Non vogliamo più sentir parlare di quote, di dare spazio ai giovani e di ricambio generazionale, perché stavolta non ci fidiamo. Da oggi crederemo solo ai fatti (tratto dall’intervento tenuto in occasione dell’assemblea programmatica dal titolo “Dopo la crisi, il combattimento delle idee”).

*Presidente Anci Giovane

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