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Martin Scorsese accusa il sistema di business della Marvel, esce nelle sale “The Irishman”

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Martin Scorsese, regista, sceneggiatore, produttore cinematografico statunitense ed esponente della “New Hollywood”, è entrato in polemica con la Marvel Cinematic Universe, media franchise incentrato sui supereroi prodotti dai Marvel Studios e basati sulle pubblicazioni della Marvel Comics.

Secondo il celebre autore i film di supereroi minacciano i valori del cinema d’autore, definendo i film Marvel «l’equivalente di un parco-giochi». Il dibattito, avviato già ad ottobre tramite un’intervista pubblicata su Empire, è proseguita ora dalle pagine del New York Times, aprendo una spaccatura tra diversi colossi, con dalla parte di Scorsese i colleghi Francis Ford Coppola e Ken Loach, mentre contro si schiera la Disney per voce di Bob Iger, il quale definisce Scorsese un «grande regista, ma non credo che ne abbia mai visto uno».

Il regista statunitense (ma con cittadinanza italiana) accusa nella fattispecie il modello di gestione e di business di simili franchise, i quali impongono «variazioni illimitate su un numero definito di temi fatti per soddisfare una serie specifica di domande, i film Marvel sono sequel di nome, ma remake di fatto, basati su ricerche di mercato e test dell'audience, modificati, riverificati e rimodificati fino a che non sono pronti per il consumo».

Non a caso le sue accuse coincidono con l’uscita nelle sale del suo film “The Irishman” (con protagonisti Robert De Niro e Al Pacino, riaffermando lo storico sodalizio), incentrato sulla storia del sindacalista Jimmy Hoffa, boicottato, a suo parere, dai film della Marvel. Scorsese afferma infatti che, dato il numero comunque fisicamente limitato di sale in Nord America, la Marvel impone i suoi prodotti a tutte le sale, marginalizzando il suo film. Il regista ha affermato infatti di voler vedere «The Irishman proiettato in più sale».

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