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Sanremo, Baglioni: Non sarà un festival politico

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Una sola categoria e ventiquattro sfidanti per l'edizione numero 69 del Festival di Sanremo: è la principale innovazione fortemente voluta dal Direttore Artistico Claudio Baglioni per la gara che appassionerà gli italiani dal 5 al 9 febbraio su Rai1 e Radio2. Sul palco del Teatro Ariston – già sold out da giorni – ci saranno infatti i 22 Artisti scelti dalla Commissione musicale oltre ai 2 vincitori di SanremoGiovani, che nelle serate del 20 e 21 dicembre hanno conquistato il passaporto per il concorso di febbraio. Saranno la vis comica di Claudio Bisio e il talento multiforme di Virginia Raffaele, a formare – insieme a Claudio Baglioni, per la seconda volta al timone della più importante rassegna musicale italiana – il terzetto dei conduttori delle cinque prime serate di Rai1.

I Campioni in gara parteciperanno con 24 canzoni inedite e si esibiranno tutti nella prima serata (5 febbraio) del Festival. Nelle 2 successive (6 e 7 febbraio) i Campioni interpreteranno, di nuovo, i propri brani in gruppi da 12. Nella quarta serata (8 febbraio) i 24 Artisti reinterpreteranno le proprie canzoni in gara, in versione rivisitata o con diverso arrangiamento musicale, ognuno insieme a un artista Ospite. Nella quinta serata – la serata finale (9 febbraio) nuova interpretazione – esecuzione delle 24 canzoni in gara da parte dei 24 Artisti. Attraverso i quattro sistemi di votazione del Televoto (da telefonia fissa e da telefonia mobile), della giuria Demoscopica, della giuria della Sala Stampa e della giuria d'Onore si arriverà, progressivamente nelle cinque Serate, a definire le graduatorie che decreteranno la canzone vincitrice di Sanremo. Nelle prime tre serate voteranno il pubblico, attraverso Televoto, la giuria Demoscopica, la giuria della Sala Stampa. I tre sistemi di votazione avranno – nella determinazione della graduatoria delle 24 canzoni interpretate in Serata – un peso percentuale così ripartito: Televoto 40%; giuria Demoscopica 30%; giuria della Sala Stampa 30%. Al termine della Terza serata verrà stilata da Rai una classifica congiunta delle 24 canzoni in gara, determinata dalla media tra le percentuali di voto ottenute nella Prima Serata e nella Seconda (per le prime 12 canzoni) e Terza Serata (per le seconde 12 canzoni). 

«Non sarà un festival politico, almeno non nell'accezione che si può pensare. Il nostro sarà un festival che si basa sulle canzoni». Lo ha detto Claudio Baglioni in conferenza stampa sgombrando il campo da ogni dubbio sulla natura che avrà il suo secondo Sanremo, al via domani. «Quando mi hanno chiamato, ho chiarito che con me non ci sarebbe stata la parte di costume e di spettacolo, che c'era stata con i conduttori classici. Nella parte dell'intrattenimento vincerà la leggerezza».

L'idea di duettare sui brani del suo repertorio «è nata dalla richiesta degli ospiti, ma è già stata realizzata l'anno scorso, dunque non la ripeteremo», ha spiegato ancora Baglioni. Quest'anno «duetterò con gli ospiti sulle loro canzoni o canteremo brani di un repertorio terzo». Inoltre quest'anno «apriremo tre serate con mie canzoni – aggiunge – accarezzando il concetto di kolossal, di teatro totale sul palco dell'Ariston, un po' come è accaduto nei miei concerti: avremo coreografie mutuate dallo show, firmate da Giuliano Peparini, e parte della squadra di ballerini che mi ha seguito nel tour». 

Il vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo è invece categorico sulla vicenda del contratto a Baglioni e rimanda al mittente anche le accuse di conflitto di interesse. «La clausola di trasparenza, c'è ed è stata rispettata, il contratto di Claudio Baglioni è in linea con quello firmato dai direttori artistici precedenti «Le nostre scelte sono inattaccabili dal punto di vista della qualità. Questa situazione è figlia di un mercato molto concentrato, ma nella assoluta trasparenza», ha detto.

Intanto Sanremo2019 centra già il record della raccolta pubblicitaria, che «viaggia tra i 28 e i 29 milioni, almeno 3 di più dello scorso anno». Ad anticiparlo è la direttrice di Rai1, Teresa De Santis. Parallelamente, «c'è stato un lavoro molto forte di contrazione dei costi. Molti artisti, anche grandi, sono venuti a titolo nominale, a meno dei rimborsi spese», sottolinea ancora. Uno sforzo «in linea con il momento del Paese: è una forma di rispetto degli artisti nel rapportarsi con il resto di un paese che qualche volta soffre e arranca». 

 

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