Plaisir de vivre

Nessuno mi può giudicare

prima nessuno mi puo giudicare palermo 1
Scritto da vocealta

prima nessuno mi puo giudicare palermo 1Miseria e nobiltà. Una dentro l’altra, senza particolari forzature, lontano sia dalle consumate retoriche che dal cinismo radical.

Riesce a trovare il giusto equilibrio, questa divertente commedia diretta da Massimilano Bruno e interpretata, tra gli altri, da Paola Coltellesi, Raul Bova, Rocco Papaleo e Lucia Ocone. Punto debole? Forse qualche macchietta di troppo, buttata lì per riempire gli spazi. Ma non serviva, perché il film regge bene dall’inizio alla fine e compie un piccolo miracolo: racconta l’Italia di oggi, i suoi vizi e le virtù, con delicatezza surreale e spietata trasparenza. Mescola con dovizia i due ingredienti:  dolce e amaro offrono un piatto tutto sommato succulento.
E allora via ai buoni sentimenti, al ricco che diventa povero e quindi più buono, alla riscoperta della sana periferia, all’elogio del multiculturalismo e all’amore impossibile e da favola che scalda presto i cuori dei tanti inguaribili romantici. Non fatevi però ingannare dalle apparenze: qui c’è una donna che vende il proprio corpo per saldare i debiti del defunto marito e sfuggire a un destino improvvisamente crudele. E alla fine la nostra Alice, interpretata dall’ottima Coltellesi, non è che si pente.  Anzi, dopo il prevedibile disagio iniziale sembra calarsi fin troppo bene nella parte. Lei, escort per necessità, ne approfitta  per creare un solido legame d’amicizia con la sua “istruttrice” Eva e per ricominciare una vita nuova col piccolo Filippo e con quel bravo ragazzo di Giulio (Bova).
Poi, tutto il resto è fatto di risate. Situazioni esilaranti, pura e sana comicità all’italiana.

La morale? Calato il sipario, la cerchi e non la trovi. E proprio qui sta il bello. Buoni e cattivi sentimenti si prendono la scena senza appesantire una trama intelligente e in fondo mai banale.

Vince la leggerezza, perde chi pensa di poter sfruttare il film per dare a tutti una lezione di civiltà e verità.
Non c’è condanna e nemmeno assoluzione per la giovane Alice: né angelo né diavolo. Semplicemente donna, con i sui pregi e peccati, con le sue speranze, forze e debolezze. Verrebbe quasi da dire: la classica escort della porta accanto.

 

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