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Emergenza rifiuti a Roma, ma il piano Clini rimane inattuato

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Scritto da redazione

rifiuti-romaMentre imperversa la polemica a Roma per l’emergenza rifiuti, con uno scontro tra il sindaco capitolino, Virginia Raggi, e la dirigenza della società municipalizzata Ama, responsabile della gestione rifiuti, c’è da registrare l’intervento, sulle pagine del Messaggero, dell’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini proprio sul tema dei rifiuti nella capitale, con una lettera diretta al sindaco Raggi.

“Gentile sindaco Raggi – scrive Clini – mi aggiungo ai molti che hanno voluto offrirle consigli non richiesti. In tutte le più importanti capitali europee la gestione sostenibile e produttiva dei rifiuti urbani è una componente positiva dell’economia urbana. Sono trascorsi esattamente 4 anni da quando il 4 agosto 2012 feci sottoscrivere al Comune di Roma, alla Provincia e alla Regione Lazio il “Patto per Roma” per allineare la Capitale d’Italia alle regole europee per il recupero e trattamento dei rifiuti urbani”.

L’ex ministro dell’Ambiente sottolinea come il Piano fu il risultato di “un parto difficile, perché l’allora Prefetto e Commissario per l’emergenza rifiuti, d’accordo con gli Enti Locali e la Regione, aveva individuato come soluzione la realizzazione di una nuova discarica a Villa Adriana, una scelta per niente coerente con le regole europee, che danno priorità al recupero di materia ed energia e all’eliminazione delle discariche”.

Il Piano, prosegue Clini, prevedeva obiettivi ben precisi: raccolta differenziata al 65% entro la fine del 2014 e organizzazione della filiera del riciclo; piena utilizzazione di tutti gli impianti di trattamento meccanico biologico con l’obiettivo prioritario della produzione di combustibile solido; velocizzazione delle procedure da parte della Regione per gli impianti di compostaggio in corso di autorizzazione per la produzione di compost di qualità; chiusura della discarica di Malagrotta in piena infrazione delle direttive europee.

Da allora, però, nota con amarezza lo stesso Clini, “questi obiettivi sono stati puntualmente disattesi” e la Capitale “non è ancora in grado di gestire e chiudere il ciclo dei propri rifiuti urbani, perché non sono stati rispettati gli impegni sia per la raccolta differenziata e il riciclo, sia per la piena utilizzazione delle capacità autorizzate e in via di autorizzazione di lavorazione dei rifiuti”. I rifiuti di Roma, così, “emigrano ancora verso il nord Italia e l’Europa, con costi altissimi: con le stesse risorse, invece di finanziare gli impianti di trattamento al di fuori del Lazio e dell’Italia, Roma potrebbe investire negli impianti e nei servizi che servono per la gestione in autonomia”.

La lettera di Corrado Clini si conclude con un appello diretto al sindaco Virginia Raggi: “Se anche Roma riuscirà ad assumersi fino in fondo la responsabilità di gestire i propri rifiuti e trasformarli in risorsa, Lei avrà avvicinato l’Italia all’Europa e segnato concretamente la discontinuità con oltre 40 anni di monocultura e monopolio della discarica”.

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