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Csm, domenica e lunedì magistrati alle urne per eleggere i consiglieri togati

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Sono circa 9.500 i magistrati che fra domenica 8 e lunedì 9 saranno chiamati alle urne per eleggere i 16 nuovi rappresentanti togati del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno dei giudici che ha competenza su nomine, organizzazione, promozioni, trasferimenti e provvedimenti disciplinari. I candidati sono ventuno, e le 16 poltrone in lizza saranno assegnate a due magistrati della Cassazione, quattro pubblici ministeri e dieci giudici di merito

La novità assoluta nelle liste presentate è “Autonomia & Indipendenza”, una nuova corrente fondata nel 2015 e guidata da Piercamillo Davigo, celebre pm di Mani Pulite ed ex presidente di Anm, attualmente al lavoro nella Suprema Corte. Il programma di Ai è incentrato sulla fissazione dei carichi esigibili per tipologia di funzione a livello nazionale, sulla reintroduzione delle fasce di anzianità per gli incarichi direttivi e sulla massima trasparenza nelle decisioni del Csm. Davigo è adesso in corsa per le poltrone riservate ai giudici cassazionisti, mentre la proposta di Ai per i requirenti è Sebastiano Ardita e quelle per i giudicanti sono Ilaria Pepe e Giuseppe Marra

La componente più a sinistra dei magistrati è invece rappresentata da “Area”, che raduna al suo interno i gruppi di “Magistratura Democratica” e “Movimento per la giustizia”. Sette i giudici che Area riuscì a far sedere a Palazzo dei Marescialli nella tornata di 4 anni fa, adesso la proposta è quella di «un Consiglio superiore autorevole, che difenda l’indipendenza interna ed esterna della magistratura, libero dalle logiche consociative e da pratiche di scambio». Nel programma di Area si punta anche a «riavvicinare il Csm a tutti i magistrati che negli ultimi anni lo hanno sentito un po’ lontano, quasi antagonista». La componente di sinistra candida dunque Rita Sanlorenzo per la Cassazione, Giuseppe Cascini per i requirenti e Giovanni Zaccaro, Mario Suriano, Alessandra Dal Moro e Bruno Giangiacomo per i giudicanti. 

La corrente centrista è poi riunita in “Unità per la Costituzione”, che propone di «tirar via l’organo consiliare dalle secche della logica di appartenenza e traghettarlo verso un recupero di dignità della sua funzione e, per essa, della funzione giudiziaria». Il programma dei centristi pone anche come essenziale il «rapporto con la componente laica, in una chiave di leale collaborazione nell’attività di amministrazione, che si dovrà tradurre in un patto di consiliatura sui temi che attengono più direttamente all’indipendenza della magistratura».  Unicost propone dunque le candidature di Carmelo Celentano per la parte cassazionista, Luigi Spina per le poltrone riservate alle procure e Michele Ciambellini, Concetta Grillo, Marco Mancinetti e Gianluigi Morlini per i giudici di merito.

C’è infine "Magistratura Indipendente", la corrente più moderata, che ritiene «indispensabile» la creazione di un ufficio informazione presso il Csm che permetta ai «magistrati di accedere direttamente e senza intermediazione alle informazioni che li riguardano» o «che investono, in generale, questioni ordinamentali». Un’altra delle proposte di Mi è quella di modificare «l’attuale sistema di redazione della valutazione di professionalità dei magistrati per renderle semplificate e oggettive». Le candidature espresse da Mi sono quelle di Loredana Miccichè per i giudici di legittimità, Antonio Lepre per i requirenti, Paolo Criscuoli, Corrado Cartoni e Paola Maria Braggion per i giudici di merito.

Il sistema elettorale che verrà utilizzato è uninominale e ciascun votante potrà indicare tre nomi, uno per ogni funzione. Gli eletti rimarranno in carica per quattro anni. A completamento del plenum del Csm ci saranno 8 membri che verranno nominati dal Parlamento in seduta comune a partire dal 19 luglio prossimo. A questi poi si aggiungono i membri di diritto, ovvero il primo presidente della Cassazione e il procuratore generale della suprema Corte, ruoli attualmente ricoperti rispettivamente da Giovanni Mammone e Riccardo Fuzio. L’assemblea plenaria di Palazzo dei Marescialli è presieduta dal Presidente della Repubblica.

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