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Giustizia nella Ue, i numeri del report della Commissione europea

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Continuano a non essere buoni i numeri che registra la giustizia nel nostro paese. Secondo quanto emerge dal «Quadro di valutazione Ue della giustizia 2018», che si propone di analizzare il «ruolo essenziale dei sistemi giudiziari nella difesa dello stato di diritto e dei valori della Ue», per ottenere una sentenza della Cassazione in Italia occorrono 1400 giorni

Solo mille giorni sono necessari per arrivare a una pronuncia civile di secondo grado e 500 per una sentenza di primo. Il dato della media è il più alto in Europa, peggio di noi solo la Grecia, in cui sono necessari in primo e secondo grado mediamente 200 giorni in più. Di buono c’è la tendenza, che dal 2014 è in positivo. Quarto posto per quanto riguarda la giustizia amministrativa: poco meno di mille giorni per arrivare a conclusione del procedimento. 

Lo studio, pubblicato dalla Commissione Europea, mira a misurare l’indipendenza, la qualità e l’efficienza dei sistemi giudiziari dei Paesi membri, in un’ottica di collaborazione con gli stessi sulla via del miglioramento. Fra gli altri dati quelli della spesa della giustizia, che in Italia ammonta a 100 euro per abitante, 200 a Lussemburgo e 25 a Cipro. Lo 0,3% del Pil italiano viene impiegato nella giustizia, nonostante il nostro Paese abbia un numero di giudici più basso della media europea. Ci sono infatti solo 10 giudici ogni 100 mila abitanti. Tendenza diversa per gli avvocati che sono 355 ogni 100 mila abitanti

Nonostante ciò l’opinione pubblica non nutre sentimenti positivi nei confronti dell’indipendenza del sistema giudiziario. Solo il 30% del campione di intervistati nel nostro Paese crede nell’indipendenza della magistratura, mentre in Danimarca vi confida l’80% della popolazione. Solo i cittadini di Bulgaria, Slovacchia e Croazia hanno una considerazione dell’indipendenza della giustizia peggiore della nostra. Secondo gli intervistati i problemi legati al sistema giudiziario sono principalmente riconducibili alle pressioni del governo e della politica o degli interessi economici. 

Per aiutare gli Stati membri la Commissione ha predisposto un fondo per le riforme strutturali dei sistemi giudiziari, che è stato usato dal 2007 da 16 Paesi, Italia compresa. Ed è l’Italia il paese che ha speso di più nell’aggiornamento dell’infrastruttura fisica, quasi il 20% dei fondi destinati. La Commissione europea conclude il report evidenziando una generale tendenza migliorativa fra gli Stati membri, ma lanciando comunque un monito: «le sfide rimangono non solo nel funzionamento dei sistemi giudiziali – scrivono i commissari – ma anche in merito al contenuto di alcune riforme attuate dagli Stati membri». 

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