Giustizia Quotidiana

A Strasburgo l’Italia si difende sulle carceri

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Scritto da vocealta

corte-strasburgo-01-largeUna compensazione per i detenuti vittime del sovraffollamento come richiesto dalla Corte europea dei diritti umani, attività che riducano i tempi in cella, aumento della capacità delle strutture. Queste alcune delle misure di cui il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ha parlato al segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, durante l’incontro di questo pomeriggio dedicato soprattutto al tema delle carceri.

«Stiamo valutando quali misure di compensazione adottare, se pecuniarie o di alleggerimento della pena o altre», ha detto il Guardasigilli. E questo come altri provvedimenti che riguardano la giustizia «saranno pronti abbastanza presto». «Penso che entro la fine dell’anno saremo in grado di fare delle cose interessanti» ha spiegato la Cancellieri, sottolineando tuttavia di non poter ancora anticipare tutte le azioni che saranno prese, oltre che sul fronte carcere, anche su quello della durata dei processi e della legge Pinto, tutti temi che saranno affrontati nel corso dell’incontro che avrà domani con il presidente della Corte di Strasburgo, Dean Spielmann.

Ma intanto il Guardasigilli ha presentato al segretario generale le tre linee direttrici su cui il governo si sta muovendo per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario e migliorare le condizioni di vita dei detenuti. La prima e’ di tipo normativo e attraverso l’approvazione di un decreto legge mira a “ridurre i flussi d’ingresso in carcere e rendere più fluido l’accesso alle misure alternative previste nel nostro ordinamento”. Ma il governo intende anche adottare un nuovo provvedimento destinato in particolare ai tossicodipendenti per cui si prevedono minori sanzioni, e agli stranieri per i quali, in linea con le direttive dell’Unione europea, s’intende prevedere percorsi che facilitino il rimpatrio. La seconda direttrice riguarda invece il mutamento del regime di detenzione. «Il modello che si vuole introdurre è quello di una detenzione ‘aperta’ all’interno del carcere» ha specificato il ministro.

Questo va di pari passo con l’elaborazione «entro la fine del mese» di un piano dettagliato di attività lavorative, ricreative e socializzanti per i detenuti in ciascun penitenziario. Infine la terza linea del governo è quella che riguarda il potenziamento delle strutture, che «porterà entro la fine dell’anno ad altri 2000 posti in nuovi penitenziari, e all’aumento di altri 4.500 posti entro maggio 2014 nei penitenziari già esistenti».

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