Giustizia Quotidiana

Ok del Csm al parere sul Dl del Fare, polemica sulle toghe e gli esami da avvocato

CSMIl plenum del Consiglio superiore della magistratura ha approvato il parere, elaborato dalla sesta commissione, sulle misure in materia di giustizia contenute nel decreto legge del fare. Il parere, che esprime un sostanziale apprezzamento delle norme, seppure con qualche notazione critica, e’ passato con 16 voti a favore, 5 contrari e 4 astensioni. Ma il voto è stato preceduto dalla polemica provocata dall’approvazione di un emendamento che sopprime la parte del parere che contesta la reintroduzione della norma che prevede che il 40% delle commissioni per l’esame da avvocato sia costituito da giudici.

Molto critico il relatore del provvedimento, il presidente della sesta commissione Paolo Auriemma, togato di Unicost. «Dispiace che sia stata cancellata una parte fondamentale del parere – ha detto – E’ paradossale che in un decreto che interviene sullo smaltimento dell’arretrato civile ci sia una norma che di fatto depaupera le energie della magistratura».

L’emendamento soppressivo è stato votato da 11 consiglieri: i laici di centrodestra e quelli del Pd, il primo presidente e il procuratore generale della Cassazione, il togato di Area Vittorio Borraccetti, e dal vicepresidente Michele Vietti. Contro si sono invece espressi i consiglieri di Magistratura indipendente e di Unicost, quello di Area Roberto Rossi, e l’indipendente Paolo Corder. E anche il voto finale sul parere è stato condizionato dalla scelta di sopprimere quel passaggio, tanto che a votare contro sono stati 5 consiglieri ( i 3 di Mi più Giovanna Di Rosa e Alberto Liguori di Unicost) che pure condividevano il provvedimento.

Nel merito, il parere ritiene che si tratti di un intervento che si muove «nella evidente consapevolezza che il recupero di efficienza del sistema impone il ricorso a soluzioni moderne ed innovative». In particolare per la «ragionevole e condivisibile scelta» di reintrodurre la mediazione civile obbligatoria, scelta sulla quale si esprime un «giudizio incondizionatamente favorevole». Qualche «perplessità» suscita la norma che prevede la creazione dei magistrati assistenti per smaltire l’arretrato della Cassazione, «i cui vantaggi sembrano poco attendibili nelle previsioni». Per la Corte, invece, è necessaria «una terapia d’urto radicale», che preveda «misure strutturali ed emergenziali insieme». Si potrebbe, suggerisce il parere, «prevedere una diversa configurazione dell’organico e delle competenze dell’ufficio del Massimario». Positivo il giudizio sui 400 ‘giudici ausiliari’, anche se la loro «effettiva capacità deflattiva potrà essere misurata solo ‘sul campo’». Con una notazione critica sui criteri di priorità nella nomina, ritenuti sbilanciati a favore degli avvocati.

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