Giustizia Quotidiana

Cosimo Ferri ricorda Pierluigi Vigna nel trigesimo dalla scomparsa

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Scritto da vocealta

pierluigi_vignaNel trigesimo dalla scomparsa, gli amici di Magistratura Indipendente desiderano unirsi al grande dolore della famiglia per la scomparsa di Pierluigi Vigna e vogliono ricordarLo per la serietà, l’onestà intellettuale, l’indiscussa autorevolezza e professionalità con cui ha sempre svolto il proprio lavoro di magistrato. Piero, come tutti gli amici lo chiamavano, ha ricoperto anche il ruolo di Presidente di Magistratura Indipendente, e chi ha avuto il piacere e l’onore di lavorare con lui ha potuto constatare come anche nell’impegno associativo trasferisse tutti i valori in cui credeva. Si è sempre battuto in difesa dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura ed ha trasmesso a tutti il suo carisma ed il suo entusiasmo. E’ stato un esempio per tanti giovani magistrati, che sono cresciuti professionalmente accanto a lui, ed ha sempre inteso l’esercizio delle funzioni giudiziarie come un mero servizio. Si è sempre assunto in prima persona le responsabilità con grande coraggio. Non cercava mai lo scontro ma con fermezza difendeva le proprie idee e posizioni.

Ha dedicato la sua vita lavorativa nella lotta contro la criminalità organizzata, la mafia ed il terrorismo. Ha studiato i fenomeni con attenzione e con grande scrupolosità ed ha raggiunto importanti e significativi obbiettivi, senza ricercare la notorietà. La magistratura deve guardare con orgoglio alla Sua figura di magistrato e deve essergli grata per i valori che ha saputo insegnare.

* Segretario generale e presidente di Magistratura indipendente

P.S. Ci fa piacere riportare una testimonianza ed un ricordo di Antonio Patrono che ha lavorato diversi anni con Piero.

«Ho lavorato per cinque anni con Piero Vigna, io sostituto, lui Procuratore Nazionale Antimafia. Non sono mai stato suo intimo, ma credo di aver imparato a conoscerlo bene. Se penso al principale sentimento che mi ispirava allora, e con il quale lo ricordo oggi che è mancato, la risposta è facile ed è: ammirazione. Vigna sapeva tutto del suo lavoro, non aveva paura di niente e di nessuno, per questo era autorevole, tanto da mettere quasi soggezione. Non cercava particolare consenso o simpatia, ma il rispetto che suscitava lo sapeva ricambiare nel modo giusto, adatto e diverso per ogni suo interlocutore, da noi colleghi a ognuno dei quali sapeva esattamente cosa chiedere, fino ai suoi autisti e uomini della scorta con i quali si divertiva a giocare appassionate partite di scopone scientifico nei momenti di relax. Non conosceva l’invidia, così come non la conoscono coloro che valgono davvero, e non conosceva opportunismo e conformismo, tanto da avere il coraggio di propugnare anche idee controcorrente quando ne era convinto. Ha lasciato un segno nella storia della giustizia italiana. Era, insomma, un gigante».

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