Giustizia Quotidiana

Giudici di Pace in sciopero per una settimana

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giudice paceL’Unione Nazionale Giudici di Pace e l’Associazione Nazionale dei Giudici di Pace hanno proclamato uno sciopero nazionale dal 23 al 30 novembre prossimi. Lo affermano dopo aver preso atto del “silenzio del ministro della Giustizia e del Presidente del Consiglio dei Ministri sulle istanze della categoria in materia di corretta amministrazione della Giustizia e di garanzie di indipendenza e professionalità del giudice”, e ancora, prendendo atto della “irragionevole noncuranza del Governo e del reiterato comportamento lesivo ed omissivo del ministro Orlando, malgrado gli impegni assunti nel corso degli incontri avuti con le organizzazioni di categoria”. Il ddl di riforma della magistratura onoraria, sottolinea la nota “nega, di fatto, la natura giurisdizionale dell’attività dei giudici di Pace, pur ampliandone enormemente le competenze (affidando al Giudice di Pace oltre l’80% del contenzioso civile, anche mediante la previsione di nuove competenze in materie delicate come condominio, diritti reali, successioni, volontaria giurisdizione, espropriazioni mobiliari); palese è la volontà di creare un figura di magistrato dequalificato, privato delle più elementari guarentigie costituzionali, gerarchicamente subordinato al Presidente ed agli altri organi giudiziari di Tribunale non solo a livello organizzativo, ma persino a livello giurisprudenziale, soprattutto mediante il contestuale inserimento dei giudici di Pace nell’ufficio del processo, al fianco di tirocinanti, stagisti e cancellieri”.

Più in generale, “tutti i trattamenti giuridici, economici e previdenziali previsti nel ddl predisposto dal Ministro Orlando – sottolineano i presidenti di Unagipa Maria Flora Di Giovanni e di Angdp Gabriele Di Girolamo – compromettono l’autonomia e l’indipendenza dei giudici di Pace, rendendo vano l’obiettivo della terzietà”. Tale “volontà mortificatrice del Ministro Orlando appare ancor più incomprensibile alla luce dei dati statistici di efficienza degli uffici divulgati in sede di censimento della Giustizia civile e penale, i quali evidenziano che i giudici di Pace, unico esempio virtuoso in Italia, garantiscono una durata media dei processi civili e penali ben inferiore ad un anno; di preciso, in sede civile, sia le nuove iscrizioni (1.272.999) sia la pendenza finale (1.248.572) registrate al 30 giugno 2014 sono di entità notevolmente inferiore agli esaurimenti (1.344.081) nel periodo preso in esame (30.06.2013-30.06.2014); del pari, in sede penale, la pendenza finale globale registrata a fine 2013 (172.439) è di entità notevolmente inferiore ai procedimenti esauriti nell’intero anno (215.465), con un numero medio di 857 procedimenti civili e penali definiti da ciascun singolo giudice di Pace ogni anno (tenuto conto degli organici in servizio) ed una durata media dei processi di 10 mesi”.

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