Economia

Irrobustire la crescita e abbassare il debito pubblico, la ricetta di Ignazio Visco

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Crescita robusta e conti in regola. È questa la ricetta proposta da Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, in un’intervista rilasciata ai tg della Rai dopo le riunioni del Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

«È necessario continuare lungo il sentiero che è stato intrapreso e anche tenendo conto del limite importante che abbiamo sul fronte dei conti pubblic» afferma il governatore, commentando positivamente i dati riguardanti la ripresa dell’occupazione.

Visco è convinto che ci siano le condizioni per proseguire sul cammino delle riforme combinate ad una politica economica responsabile che tenga sotto controllo i conti pubblici, per evitare l’incremento del debito, e stimoli la crescita.

«Abbiamo un debito accumulato negli anni 1970 e 1980 e con il quale dobbiamo fare i conti – sostiene ancora il governatore della Banca d’Italia – Per portarlo giù rispetto al prodotto da un lato è necessaria la crescita, forse da irrobustire, dall'altro non bisogna deviare dal sentiero dal contenimento delle uscite pubbliche e di un mantenimento delle entrate».

Per irrobustire la crescita è necessario dissipare l’incertezza politica ed economica, che ha contribuito al rallentamento dell’economia nel primo trimestre 2018. Visco segnala che i dati di inizio anno sono in linea con le previsioni effettuate dagli economisti di Bankitalia, segnalando come, in questo momento, siano necessari provvedimenti volti a stimolare la crescita della domanda.

La nota positiva riguarda la ripresa dell’occupazione, nonostante i dati del Fmi segnalino il tasso di disoccupazione italiano al 10,9% nel 2018 e al 10,6% nel 2019. La nascita e lo sviluppo di nuove imprese, sempre più avanzate a livello tecnologico, deve essere favorita attraverso investimenti in conoscenza senza deviare dal percorso di politica economica e aziendale intrapreso negli ultimi anni.

Visco, infine, si sofferma sull’incertezza mondiale figlia dai dazi americani, definendola un rischio che può ‹‹rallentare se non far tornare indietro l'attività di investimento in varie parti del mondo››. Nonostante ciò considera infondata l’ipotesi di una rottura tra Stati Uniti e Cina auspicando una soluzione celere alla controversia che metta fine all’incertezza globale.

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